Durante la recente esposizione Army 2016 nella regione di Mosca, la Kalashnikov concern ha fatto una dichiarazione piuttosto inconsueta: cesserà lo sviluppo dell’Ak 12 così come visto negli ultimi due anni, in favore di un nuovo modello denominato sempre Ak 12 ma che assomiglia al vecchio Ak 47-Ak 74.
In effetti il “nuovo” Ak 12 ha molti più gradi di parentela con il “vecchio” Ak 74 che con il precedente Ak 12 che avrebbe dovuto, a sua volta, sostituire l’Ak 74. Pare che l’esercito russo abbia trovato improponibile il prezzo di acquisto dell’Ak 12 e anche sottolineato all’azienda alcuni limiti della piattaforma.
In pratica la nuova versione dell’Ak 12 rinuncia a diverse soluzioni ergonomiche adottate nelle versione precedenti tra cui leva selettrice ambidestra (che aggiungeva raffica limitata a 3 colpi) e probabilmente l’hold open, al fine di ridurne i costi produttivi. Anche la calciatura appare più spartana, sempre ribaltabile ed estensibile ma simile alle calciature Ar 15 e con identico “tubo”, il coperchio di culatta invece è incernierato frontalmente e dotato di slitta Picatinny superiore; l’azienda parla anche di una canna nuova e “flottante”. Il “nuovo” Ak 12 in 5,45×39, attualmente testato dall’esercito russo insieme al Degtyarev A545 nell’ambito del programma di modernizzazione del soldato “Ratnik”, è accompagnato dalla versione in 7,62×39 denominata Ak 15. La situazione è comunque strana: la Kalashnikov concern infatti, ha appena presentato durante lo stesso salone l’Svk in 7,62×51 e l’Ma in 5,45×39 che hanno telaio “misto” (polimeri e metallo) con schema costruttivo decisamente più avanzato rispetto al “nuovo” Ak 12 e sotto diversi aspetti, commerciali e produttivi, una tale difformità è inspiegabile.