Le autorità bosniache tacciano di falsità il servizio delle Iene sul traffico d'armi balcanico, ma, anche se il servizio in sé si dimostrasse un falso, sta di fatto che sono numerose le fonti che confermano che il traffico d'armi in sé, invece, è verissimo!
Tra gli ultimi a occuparsi della questione c'è per esempio l'East journal, che dopo aver riassunto le ragioni storiche che hanno portato alla massiccia diffusione di armi da guerra nell'area balcanica dopo i conflitti degli anni Novanta conseguenti alla dissoluzione della Yugoslavia, dà conto di stime che quantificano tra i 3,6 e i 6,2 milioni le armi illegalmente detenute dai civili nell'area balcanica occidentale, su 25 milioni di abitanti. Tali armi possono ovviamente essere messe a disposizione delle mafie locali, per essere poi rivendute lucrosamente sui mercati europei. Il fenomeno è salito alla ribalta in particolare con gli attentati terroristici in terra francese, tanto da determinare le autorità transalpine a istituire un progetto di polizia congiunto con la Serbia, per cercare di porre un limite a questo fiorente traffico illegale.
Un'altra fonte di approvvigionamento di armi è rappresentato dal commercio legale di armi da guerra che i governi balcanici intrattengono in particolare con Paesi mediorientali: c'è più di un sospetto, infatti, che i Paesi acquirenti non siano in realtà i destinatari finali.