Il sindaco di Londra commenta l'ennesimo omicidio scagliandosi contro le "armi". Peccato che Londra sia la capitale più disarmata d'Europa!
La Gran Bretagna è il Paese con la legislazione più restrittiva in materia di armi di tutta l’Europa, ma gli omicidi superano quelli di New York. Omicidi commessi sia con armi da taglio, sia con armi da fuoco, specialmente pistole, che a questo punto è lecito supporre siano tutte di provenienza illegale, visto che dal 1997 ai cittadini britannici è proibito il loro possesso e quelle già possedute dai privati (oltre 160 mila esemplari) furono acquistate dallo Stato e distrutte, con una costosissima operazione di “buyback”. Già soli 5 anni dopo questa gigantesca operazione demagogico-propagandistica, gli organi di informazione britannici (come il Guardian) osservarono come il divieto non solo non avesse avuto effetto alcuno in termini di riduzione degli omicidi e ferimenti, ma anzi come gli episodi di utilizzo illegale delle armi da fuoco fossero aumentati del 40 per cento. Il 2018 sarà ricordato, probabilmente, come il vero annus horribilis per la capitale britannica in questo senso, con oltre 60 omicidi commessi dall’inizio dell’anno con armi da fuoco e da taglio: l’ultimo in ordine di tempo appena due notti fa, un ragazzo di 17 anni è rimasto ucciso in mezzo alla strada colpito a morte con una pistola, mentre poche ore dopo due giovani di 15 e 12 anni sono stati feriti a colpi di coltello nel sobbordo di Harrow. La recrudescenza in fatto di omicidi e ferimenti non riguarda soltanto le armi “convenzionali”, cioè da fuoco e da taglio: negli ultimi anni si è registrata a Londra una vera e propria escalation anche negli attacchi condotti con l’acido, che l’anno scorso aveva determinato una dura (quanto vana) presa di posizione da parte del sindaco della città, Sadiq Khan. Il quale è tornato a far sentire la propria voce dopo il recentissimo omicidio del diciassettenne, dimostrando che malgrado il tempo trascorso, malgrado le pessime prove di efficacia della legislazione anti-armi e malgrado gli evidenti riscontri del fatto che le radici profonde della conflittualità giovanile e criminale siano ampie e complesse, non ha trovato di meglio che liquidare la questione con il solito cliché: “stiamo facendo tutto il possibile per contrastare questa piaga inaccettabile. La Metropolitan police ha istituito una nuova task force per crimini violenti e sta usando risorse addizionali del municipio per colpire i criminali violenti e togliere le armi dalle nostre strade".
Ancora una volta, quindi, la risposta della politica continua a concentrarsi (inutilmente, a questo punto possiamo confermarlo con cognizione di causa) sugli strumenti utilizzati dalla criminalità, anziché investigare le cause profonde di questo stato di cose. Forse, ci permettiamo di evidenziare, dovrebbe essere il sistema scolastico britannico a farsi un piccolo, ma anche grande, esame di coscienza cercando di capire come mai ragazzini che si affacciano alla vita abbiano un concetto così infimo del valore della vita umana, tanto da accoltellare a sangue freddo coetanei o adulti senza alcun apparente scrupolo di coscienza; forse varrebbe anche la pena di chiedersi se non vi sia qualche problema di integrazione nel crogiolo di razze che popolano oggi le periferie londinesi; insomma, le domande da farsi sarebbero tante. Certo, ovviamente concentrarsi esclusivamente sulle armi brutte e cattive è la cosa più facile… ma anche la meno utile!