Influenza aviaria: i commenti
Si è registrato in Grecia il primo caso di influenza aviaria, si sta cercando di capire a quale ceppo appartenga il virus. Nel frattempo, il vicepresidente della Ue, Franco Frattini, ha annunciato che «fra le misure anche drastiche contro il virus dei polli non escludo la sospensione della caccia, perché ormai è chiaro che sono gli uccelli migratori che molto spesso trasmettono il virus. Finora sono state fatte proposte efficaci e la Commissione europea ha suggerito m…
Si è registrato in Grecia il primo caso di influenza aviaria, si sta cercando
di capire a quale ceppo appartenga il virus. Nel frattempo, il vicepresidente
della Ue, Franco Frattini, ha annunciato che «fra le misure anche drastiche
contro il virus dei polli non escludo la sospensione della caccia, perché ormai
è chiaro che sono gli uccelli migratori che molto spesso trasmettono il virus.
Finora sono state fatte proposte efficaci e la Commissione europea ha suggerito
misure anche drastiche che, in qualche modo, rendano assai chiaro ai cittadini
che solo un’azione europea può aiutarli».
Sulla materia si è pronunciata anche Marco Ciarafoni, presidente del consiglio
nazionale Arcicaccia, con un comunicato: «Siamo pronti a discutere e ad
assumere consapevolmente le decisioni che verranno indicate dalla scienza ma
non accetteremo, come purtroppo dobbiamo registrare in taluni ambienti politici
e associativi, alcun atteggiamento pregiudiziale contro la caccia mascherata da
senso di responsabilità per la salute dei cittadini. Sul tema dell’influenza
aviaria occorrono certezze scientifiche e adeguati provvedimenti responsabili.
C’è chi, invece, vorrebbe utilizzare strumentalmente l’argomento. A lor signori
chiediamo di tacere e di lasciar lavorare ricercatori e scienziati perché
forniscano gli elementi utili e necessari a fronteggiare un eventuale rischio
pandemia nell’interesse generale del Paese. Arcicaccia è dalla parte dei
cittadini e continuerà a esserlo: altrove, aiutati da una cattiva informazione,
si guarda soltanto a interessi di parte».
Anche l’Anuu ha pubblicato un comunicato che stigmatizza il commento di
Frattini: “Appare vergognoso”, si legge, “che il vicepresidente dell’Ue
Frattini, sinora assente nel campo della sua specifica materia a livello
europeo, abbia rilasciato dichiarazioni su una materia che non gli appartiene.
Ci si chiede: il presidente della commissione Ue non si pronuncia, perché lo
fanno altri?”. Anche sull’eventualità di chiudere la caccia, Anuu esprime il
proprio dissenso, citando il rapporto ufficiale del comitato permanente della
catena alimentare e della salute animale della Commissione europea, del 14
ottobre: “le attività all’aria aperta che conducono la gente a contatto con
uccelli selvatici, come la caccia e l’ornitologia, non dovrebbero attualmente
essere sottoposte a restrizioni nell’Ue ma dovrebbero essere applicate le
normali misure d’igiene. I cacciatori sono richiesti di contattare le autorità
nel caso in cui sia rilevato qualunque tipo di mortalità anomala di uccelli
selvatici”.
L’Anpam, in un suo comunicato, si allinea: “L’influenza aviaria è un problema
gravissimo che coinvolge tutto il pianeta; un problema che scienziati di tutto
il mondo stanno studiando con la massima attenzione possibile. A oggi,
sciaguratamente, poco o nulla è noto sui meccanismi di trasmissione e di
contagio; e poco o nulla si conosce, con certezza, sul ruolo che svolgono i
migratori in questo meccanismo. Purtroppo, come spesso è accaduto in passato,
ad approfittare di questa incertezza ci hanno pensato i soliti estremisti di un
animalismo cinico che non si fa alcuno scrupolo di seminare allarmismi che, se
non sono totalmente infondati, tuttavia non aiutano certamente ad affrontare
con la dovuta serenità questa tragica emergenza sanitaria.
Così, prima ancora di sapere con sicurezza scientifica se la caccia rappresenta
un ulteriore problema o, al contrario, può costituire un formidabile e
insostituibile strumento di monitoraggio delle popolazioni di migratori, non
mancano appelli più o meno accorati e più o meno “autorevoli”, a sospendere il
prelievo venatorio. Aprioristicamente; senza alcuna forma di dubbio; senza
“se” e senza “ma”. Con l’unico risultato di suscitare un clima di pernicioso
allarmismo sociale che finisce per penalizzare ingiustamente (e, per ora, del
tutto immotivatamente) tutti coloro per i quali la caccia, direttamente o
indirettamente, rappresenta una legittima e insostituibile fonte di
occupazione. Il mondo della produzione è seriamente preoccupato che, su una
problematica così grave, finiscano per prevalere gli aspetti puramente emotivi
e gli opinabili convincimenti filosofici di qualcuno”.