“Non si sono accorti che a Roma la mafia s’era infiltrata negli uffici dell’amministrazione e ora notano invece che io per proteggermi porto la pistola? Ringrazio chi ha dato dettagli al cronista sulla mia sicurezza personale a chi mi ritiene scomodo”. Così ha commentato Sabella al Fatto quotidiano. Sabella, meglio noto come “il cacciatore di mafiosi”, ha al suo attivo in qualità di pm l’arresto di tre quarti della “cupola” di Cosa nostra, da Giovanni Brusca a Leoluca Bagarella e, commentando la fuga di notizie sul fatto che è armato, sottolinea amaramente: “Ora per tutelarmi sono costretto a non programmare più i miei incontri e i sopralluoghi sul litorale. Dovrò improvvisare”. Il sindaco di Roma, appena scoperta la mafia nella Capitale lo ha voluto assessore alla Legalità, affidandogli pieni poteri. Poi è stato nominato commissario a Ostia, perché il municipio è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Non appena arrivato sul litorale, s’è presentato con le ruspe per demolire i chioschi abusivi del tratto di Castelporziano, sta aprendo i varchi per permettere l’accesso dei cittadini alle spiagge. Ha spulciato centinaia di bandi affidati con procedure sospette, annullando tutto. “In venti giorni da commissario a Ostia – dice Sabella – tre dei miei più stretti collaboratori hanno subito aggressioni e intimidazioni. Ero andato a effettuare un sopralluogo piuttosto pericoloso all’Idroscalo di Ostia. Sapevo di dovermi proteggere. Al rientro in Municipio, scendendo dall’auto, s’è intravista la mia pistola, che porto nella fondina alla cintola. È stata la prima e l’unica volta che entravo nel mio ufficio con un’arma”. Il Messaggero scrive che la Prefettura sta vagliando l’ipotesi di fornirgli una scorta, ma Sabella, oltre a smentire di aver avuto proposte in tal senso, commenta: “Ho avuto una scorta per 14 anni. Anni duri, in cui mi sono sentito uno schiavo”. E aggiunge: “Perché dovremmo spendere soldi se ritengo di potermi proteggere da solo? Perché dovrei mettere a repentaglio la vita di altre persone che sono costrette a seguirmi in ogni luogo? Conosco i rischi del mio mestiere e so bene quando chiedere aiuto”.
Nei giorni scorsi gli organi di informazione romani si sono occupati voyeuristicamente di Alfonso Sabella, assessore alla legalità del comune di Roma e commissario straordinario a Ostia dopo lo scioglimento del municipio per infiltrazioni mafiose: il problema? Ohibò, gira armato! La risposta dell’interessato è pacata, razionale e fa riflettere