Uscito in Russia lo scorso 20 febbraio, il biopic sulla vita di Michail Kalashnikov svela molti aspetti sconosciuti e tutt’altro che marginali del leggendario inventore dell’Ak47
Michail Timofeievic Kalashnikov nasce nel villaggio di Kurya nel 1919 (territorio dell’Altai), diciassettesimo figlio di una grande famiglia contadina in cui nacquero diciannove figli ma solo otto sopravvissero. I suoi genitori erano però “kulaki” ovvero piccoli possidenti contadini, considerati da Stalin e dalla sua politica di collettivizzazione “nemici dello stato”. I kulaki furono perseguitati e mandati nei gulag dove, su 2,5 milioni di internati, oltre 600.000 morirono di stenti. I più fortunati, invece, vennero “ricollocati” in altri stati della Russia: ai genitori di Kalashnikov toccò la Siberia e vennero trasferiti a Nizhnyaya Mokhovaya (regione di Tomsk). Questa parte non viene specificata nel film, ma il fatto di essere un “contadino deportato” oltre che avere un fratello condannato perché ritenuto “sovversivo”… peseranno sulla testa di Michail come una spada di Damocle, rischiando di esporlo alla protervia della Nkvd: la famigerata polizia politica.
Sin da bambino Kalashnikov dimostra passione per le armi e la meccanica, dal 1936 al 1938 lavorò come segretario tecnico ad Alma-Ata in una officina della ferrovia Turkestan-Siberia. Alla fine del 1938 viene arruolato nei carristi prima come meccanico, poi diventa conduttore e infine capo-carro: anche qui ha modo di segnalarsi per le sue invenzioni: come un conta-colpi per il cannone o una feritoia da cui poter operare una pistola Tt-33 in modo difensivo. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale è sergente maggiore capo-carrro di un T-34 e il film, inizia da qui, quando viene ferito in combattimento vicino a Bryansk nel 1941. In ospedale inizia a teorizzare e a fare qualche schizzo di una pistola mitragliatrice relativamente compatta ed affidabile: questo perché aveva avuto modo di scoprire e a proprio rischio, i limiti del Ppsh-41. Aveva anche visto in combattimento l’efficienza della armi automatiche tedesche e le critiche dei soldati sul campo, sulla mancanza di armi leggere adeguate o superiori a quelle del nemico. Tuttavia, è durante il periodo di licenza per riprendersi dalle ferite che riuscirà a costruire il suo primo prototipo.
I suoi superiori ravvedono comunque in Kalashnikov la stoffa dell’inventore, gli viene accordata fiducia e partecipa con la sua arma al concorso per produrre una nuova pistola mitragliatrice. Qui incontra Alexei Sudayev che vincerà il concorso con la sua Pps, battendolo: anche Sudayev però, riconosce in Kalashnikov le potenzialità di un grande progettista. I due, pur incontrandosi ancora come “avversari” in altri concorsi, rimarranno grandi amici e Sudayev, aiuterà successivamente l’amico ad affermarsi.
Altro concorso a cui Michail partecipa, è quello per una mitragliatrice leggera ma anche qui… non vincerà. Viste le sconfitte e al cospetto di tecnici preparati e autorevoli come Shpagin, Sudayev e Degtyaryov, Michail si sente inadeguato e ha una crisi esistenziale: cercherà infatti di ritornare a combattere in prima linea, ma le sue condizioni fisiche glielo impediranno. Finita la guerra tuttavia, vi è ancora necessità di gente capace di creare qualcosa di innovativo nel settore e contro le sue aspettative, viene inviato presso lo stabilimento Degtyaryov. Insieme agli altri più famosi inventori Michail, dovrà realizzare una nuova e rivoluzionaria arma camerata per la nuova cartuccia intermedia 7,62×39. Non solo, gli viene assegnato un proprio ufficio con addirittura due assistenti, Alexandr Zaitsev e Vladimir Deikin che come ricordato da Kalashnikov, contribuiranno non poco alla nascita dell’Ak 47.
Nella parte finale del film, vi è la prova con gli altri concorrenti dove l’Ak 47 svetterà su tutti: il resto è storia. Kalashnikov sarà ricordato anche per altre armi di grande successo: i fucili d’assalto Akm, Ak74 e le mitragliatrici Rpk e Pk/Pkm.
Tutto sommato, il film è abbastanza aderente alla biografia di Kalashnikov e mostra alcuni aspetti poco conosciuti della sua vita come le battaglie personali per affermarsi, la storia con Ekaterina Moiseeva (seconda moglie, ingegnere disegnatrice meccanica assegnata a Michail per aiutarlo) offre inoltre un discreto specchio storico della Russia problematica di quegli anni: senza alcuna enfasi politica o celebrativa. Un film sicuramente piacevole per tutti, appassionati o meno, e può essere visto o scaricato sul web.
Ben rappresentato nel film il prototipo della sua pistola mitragliatrice calibro 7,62×25 come la sua realizzazione di fortuna in una officina ferroviaria (foto sopra), vediamo anche la sua mitragliatrice in 7,62x54R a caricatore di cui si hanno poche notizie come immagini (foto sotto).
Interessanti anche i prototipi di alcuni finalisti, mostrati in ordine di apparizione cinematografica e nel corredo fotografico sotto: Bulkin Ab-46 (il più simile meccanicamente all’Ak 47), Dementiev Ad-46 e Ak 47 Tipo 1 come presentato al concorso. Quest’ultimo mostrava fusto in lamiera stampata che verrà poi sostituito nella produzione successiva da quello forgiato, un rinforzo in lamiera a cavallo del blocco di camera, impugnatura in plastica, ma trattenuta da vite sul fianco e più inclinata indietro, caricatore liscio sui fianchi privo delle nervature di irrigidimento.
Kalashnikov realizzò prima un modello sperimentale completamente diverso da quello che conosciamo oggi: l’Ak-46 infatti, utilizzava un pistone a corsa corta presente già in altre soluzioni russe, molla di ritorno diversa con ampia guida telescopica, due distinti semicastelli articolati tra loro e trattenuti due perni passanti (schema simile a quello dello StG-44) , leva selettrice e tiretto di armamento sul lato sinistro e bocchettone di alimentazione. Guardando le realizzazioni odierne, l’Ak-46 appare addirittura concettualmente più moderno dell’Ak-47.
Subito dopo, però, la svolta: era imperativo ridurre il numero delle parti e assicurare lavorazioni più semplici ed economiche. Paradossalmente però, la meccanica interna dell’Ak-47 assomiglia maggiormente al Bulkin Ab-46 come è possibile vedere nell’immagine successiva. Chi ha ispirato chi?
Infine, Michail Kalashnikov al tecnigrafo in posa per una foto di propaganda.