Secondo le indicazioni pervenute dalla riunione dei Ministri dell'Interno e della Giustizia Ue, la posizione europea nei confronti della bozza di direttiva “disarmista” sarebbe ormai in massima parte all’insegna dell’attendismo.
In particolare, per quanto riguarda l’età minima alla quale consentire il possesso di armi e per quanto riguarda i test psicofisici ai quali sottoporre i possessori di armi, si continuerebbe a lasciare alle legislazioni nazionali il compito di stabilire le regole in concreto; si conferma che, per quanto riguarda le armi semiautomatiche per uso civile (non si fa riferimento esplicito alle B7, ma il discorso dovrebbe essere limitato a esse), continueranno a essere consentite, ma sotto “condizioni più stringenti”. Quali siano queste condizioni, sarà necessario stabilirlo con un “ulteriore lavoro a livello tecnico”. Allo stesso modo, la posizione dei ministri sul possesso di armi proibite per ragioni storico-culturali è quella di consentirne la detenzione, secondo norme fissate dagli Stati membri e nella misura in cui ciò non sia contrario alla sicurezza pubblica. Anche sulle vendite on-line, si sottolinea la necessità di ulteriore lavoro tecnico, prima di poter prendere una decisione.
In pratica, sembra che sia sempre più lontana la possibilità che la bozza di direttiva europea 2015/0269 Cod venga approvata così come fu presentata lo scorso 18 novembre. Come, però, ha sottolineato Firearms united, è della massima importanza non abbassare la guardia, perché esiste il rischio concreto che, dopo un periodo di “letargo”, le autorità europee decidano un improvviso colpo di coda. Anche perché, comunque, l'iter burocratico della direttiva medesima, non è stato stoppato.