La Polonia ha annunciato l’imminente reclutamento e addestramento a partire dal prossimo settembre, di una forza paramilitare di 35.000 volontari, anche civili: il ministro della difesa Antoni Macierewicz ha invece affermato che le posizioni chiave della futura “Forza di difesa territoriale” (Wot-Wojska Obrony Terytorialnej) sono già state definite.
L’idea di riformare una milizia territoriale in Polonia (le unità territoriali “Otk” considerate retaggio dell’epoca sovietica, vennero smantellate nel 2008), ha avuto impulso e accelerazione considerando l’asimmetricità del conflitto in Ucraina con le secessioni armate dei territori di Donetsk, Luhansk e annessione della Crimea da parte dei russi. La Polonia non ha mai fatto mistero delle proprie preoccupazioni riguardo le politiche aggressive ed espansionistiche della Russia rafforzate anche, dalla decisione russa di inviare tre divisioni di 10.000 soldati ciascuna nelle zone ai confini con la Polonia.
I volontari della “Forza di difesa territoriale” espleteranno un addestramento militare della durata di 30 giorni all’anno con le prime tre brigate operative agli inizi del 2017 e una di queste sarà dispiegata ai confini con l’enclave russa di Kaliningrad; le restanti 14 brigate dovrebbero essere pronte invece, nel 2019. L’incubo attuale della Polonia è l’ipotesi di un attacco “ibrido”, con una combinazione di guerra convenzionale e non convenzionale abbinate a un attacco cibernetico.
A complemento di questa notizia, l’annuncio della Fb Radom (Fabryka Broni “?ucznik” Radom) di un recentissimo ordine di 26.000 fucili d’assalto Beryl e Mini Beryl da parte dell’esercito polacco e qualche analista ha immediatamente collegato i due eventi. Potrebbe comunque essere un normale “riassortimento” delle forze armate di quel Paese anche se l’ordinanza attuale, dovrebbe essere l’Msbs. (Claudio Bigatti)