La crisi economica globale non sembra aver influenzato più di tanto le spese per la difesa, visto che secondo un’indagine dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma le vendite dei primi 100 produttori di armamenti al mondo sono cresciute, nel 2009, dell’8 per cento, per un controvalore complessivo di 401 miliardi di dollari (oltre 293 miliardi di euro).
Delle società monitorate, 78 hanno sede negli Stati Uniti e in Europa occidentale, generando il 92 per cento delle vendite.
Al primo posto figura il gruppo Lockeed Martin, al secondo la britannica Bae systems, al terzo Boeing, al quarto Northop Grumman e al quinto General dynamics. Secondo gli esperti, ad aver protetto dalla crisi questo settore sono stati i lunghi tempi di consegna e le lunghe scadenze dei contratti con i governi. Non si prevede che il comparto sia colpito dalla recessione per i prossimi uno o due anni. Le aziende italiane, con Finmeccanica che copre l'86% del settore, conquistano il 3,9% del mercato mondiale e il 12,8% di quello dei Paesi europei occidentali, con un volume di affari nel 2009 pari a 15,5 miliardi di dollari, un progresso del 6 per cento.