Come è noto, dal 1996 in Australia è in vigore una normativa alquanto restrittiva sul possesso legittimo delle armi da fuoco. Questa legislazione è spesso portata a esempio dai politici e dalle associazioni anti-armi, come modello al quale tendere per stroncare sul nascere i crimini associati alle armi da fuoco. Ebbene, secondo quanto recentemente ammesso dalle stesse autorità australiane, sembra che la “ricetta” abbia il piccolo problema di aver senz’altro disarmato molti cittadini australiani (si stima circa 700 mila), ma di non aver avuto effetti apprezzabili sui crimini commessi con armi illegalmente detenute. Secondo fonti statunitensi, negli ultimi 12 mesi in Australia sono state arrestate 3.300 persone per crimini commessi con armi da fuoco e ben 9.000 armi sono state sequestrate. L’ufficiale di polizia del nuovo Galles del Sud, Andrew Scipione, ha commentato: “non c’è una sola origine per la violenza legata alle armi: queste ultime sono nelle mani della criminalità organizzata, ma anche delle bande di motociclisti, dei criminali di medio livello e persino dei ladri comuni”. Cioè, praticamente tutti hanno armi, a parte i cittadini onesti. Che dire? Bel risultato davvero, complimenti!
Il rigore in materia di armi dell’Australia è il faro al quale ogni vero anti-armi guarda con venerazione e rispetto. Peccato che, secondo le stesse autorità australiane, non serva per niente a frenare i crimini commessi con le armi (illegali, ovvio)