Nella trasmissione “Il diario del giorno” del 3 luglio, condotto da Andrea Giambruno su Rete 4, alle ore 15,30 circa, si è parlato del problema della sovrappopolazione dei cervi in Valtellina. Ospiti in collegamento Michela Vittoria Brambilla, nota presidente di un’associazione animalista, l’opinionista Sara Manfuso e il volto noto del giornalismo Vittorio Feltri. Il piano di abbattimento dei cervi, avallato dall’Ispra, è già in vigore e si protrarrà fino al 15 luglio. 80 i capi da prelevare, 42 dei quali già abbattuti. La sovrappopolazione ha comportato ingenti danni all’agricoltura e, soprattutto, 370 incidenti stradali in un solo anno, tra cervi e caprioli, con il decesso di un automobilista.
Tutti, in realtà, si sono ribellati a questo piano, peraltro molto ritardato per le solite giravolte delle amministrazioni che hanno solo da poco dato il via definitivo. Le categorie interessate, cacciatori e animalisti, sono tutte contrarie, perché il periodo previsto per l’abbattimento risulta troppo a ridosso dei parti e al di fuori della normale stagione dei prelievi. Diverse associazioni cacciatori hanno addirittura invitato gli associati a non partecipare.
Ciò premesso, gli ospiti in studio, alle prime domande di Giambruno, sono partiti subito all’assalto della caccia e dei cacciatori, tutti d’accordo nel condannare le voglie disumane di chi desidera solo sparare, affermando che i cacciatori sarebbero “una lobby a cui non si può rifiutare nulla” e che gli abbattimenti sarebbero la “retribuzione” per i voti dati ai politici.
I commenti di ciascuno degli ospiti sono stati debitamente supportati dai sorrisi bonari e dall’annuire degli altri ospiti all’ascolto. Solo un paio di spezzoni di pochi secondi, per far dire a due rappresentanti venatori che anche loro criticano tale decisione. Ma nulla, l’assalto contro cacciatori e caccia è proseguito con le solite e incompetenti motivazioni. Ma il massimo si è raggiunto quando Feltri ha dichiarato, con la consueta enfasi che caratterizza le sue esternazioni, che i “cacciatori dovrebbero essere fucilati in massa perché così capirebbero cosa vuol dire farsi sparare addosso”. Nessun cenno di disagio, né tantomeno interventi di alcun genere, né dagli altri ospiti, né tantomeno dal conduttore.
A questo punto, ci poniamo due domande. La prima: ma quando si affronta un argomento tecnico, la professionalità giornalistica non prevederebbe di invitare o intervistare quantomeno un esperto, un tecnico, che possa fornire una indicazione oggettiva sul problema, che poi può ovviamente essere commentata a piacimento?
Seconda: se proprio si vuole trattare il problema nel segno dell’incompetenza sfrenata, non si dovrebbe quantomeno ospitare in studio qualcuno, anche egualmente disinformato, ma che almeno abbia una opinione differente, per assicurare un minimo di contraddittorio?
Infine, ma di certo non ultimo per importanza: l’istigazione alla violenza di Vittorio Feltri, può essere lasciata passare nell’indifferenza (quando non nel compiacimento) generale? Quando in altre emittenti televisive, solo poche settimane or sono, si sono sospesi i conduttori per un apprezzamento a un fondoschiena?
Lavorando con pochissima fantasia, cosa sarebbe accaduto se un rappresentante del nostro mondo avesse osato dire che gli animalisti avrebbero dovuto subire quello che Feltri ha proposto sui cacciatori? O se qualcuno avesse proposto di fare la stessa cosa con qualche altro gruppo sociale, come Lgbt, vegani, chi volete voi? Ve lo immaginate il putiferio? Visto oltretutto la sbandierata battaglia contro la violenza che tutti loro dicono di condannare. A patto, ovviamente, che la violenza sia rivolta contro “certe” categorie, perché per “altre”, evidentemente, è ammesso aprire il fuoco (è il caso di dirlo…) impunemente.
Qualche dirigente venatorio nostrano ha sentito? Ha visto? Batterà un colpo o dobbiamo continuare a sentirci addirittura minacciati di essere passati per le armi con i sorrisetti degli altri ospiti?