Cesare Lamberti, presidente del Tar dell´Umbria, ha rilasciato una dichiarazione in merito alla recente strage compiuta a Perugia, compiuta da una persona che, malgrado fosse stata sottoposta nel passato recente a tratamenti sanitari obbligatori per segni evidenti di squilibrio, aveva nuovamente ricevuto il rinnovo del porto d´armi per Tiro a volo. Il presidente del Tar ha evidenziato la vetusta´ della normativa sul porto d´armi, "una legge vecchia che non tiene conto della maggiore potenza di fuoco delle armi e che non prevede l´obbligo di comunicazione tra enti interessati. Il testo unico per le leggi di pubblica sicurezza risale al 1931, si tratta di una norma datata che non considera l´evoluzione balistica e considera la procedura esclusivamente cartacea, documentale. Se nella domanda viene tenuto nascosto qualche documento rilevante, l´autorita´ di pubblica sicurezza non é tenuta a cercarli. È necessario istituire una banca dati per evitare il ripetersi di certi fatti".
Certamente, per parte nostra, non possiamo non evidenziare che l´istituzione di un rigido protocollo di comunicazione tra medici di base, ospedali e autorita´ di Ps avrebbe riflessi enormemente piu´ importanti per la sicurezza della collettivita´ rispetto a un catalogo nazionale o alle mille fisime che ci sono state imposte nel corso degli ultimi decenni. Non possiamo, invece, condividere l´opinione del magistrato secondo cui la maggiore o minore "potenza di fuoco" dell´arma utilizzata dal folle potesse fare qualche differenza per le due povere vittime.