Abbiamo ricevuto con piacere dall’uffico stampa dell’Ispra una notizia che speriamo possa suscitare la curiosità dei nostri lettori: un fatto che ci riporta ai tempi della seconda guerra mondiale e che riguarda l’arma aerea, che proprio nel 2023 compie 100 anni.
L’università di Palermo sta attuando attività di ricerca oceanografica per acquisire dati geofisici nella parte di mare antistante la città di Sciacca, in provincia di Agrigento. Il tutto per arrivare alla realizzazione del foglio geologico n. 628 denominato “Sciacca”, nell’ambito del progetto Carg (Cartografia geologica e geotematica). Molti sono i ricercatori, borsisti e studenti, del dipartimento di Scienze della Terra e del Mare della suddetta università, coordinati dal professor Attilio Sulli, il progetto vede anche la collaborazione da parte dell’Ispra, essendo stato sviluppato nell’ambito del programma di interventi annuali per la salvaguardia ambientale e la consultazione dei fogli geologici avviene proprio tramite la biblioteca dell’Ispra.
Proprio durante lo svolgimento del progetto è stato individuata con certezza la presenza di un aereo ben conservato, intero, rappresentato in una foto ottenuta da segnali acustici con un Side Scan Sonar, che hanno potuto poi tracciare con chiarezza i contorni dell’aereo appoggiato sul fondale, sicuramente risalente alla seconda guerra mondiale. Da quello che si vede è probabilmente un bimotore ma potrebbe, visto il muso particolarmente pronunciato, averne un terzo di motore, proprio sul muso stesso. Anche le misure sono state stabilite, sembra sia lungo circa 20 metri con una apertura alare di circa 30. Facendo una rapida ricerca tra i velivoli della Regia aeronautica, potrebbe trattarsi di un Savoia Marchetti Sm 79 o Sm 84, ambedue con tre motori come quello individuato sul fondale. Ma non concorda l’apertura alare, che nei modelli suddetti raggiungeva circa i 20 metri. Un altro modello che potrebbe avvicinarsi a queste misure è lo Junkers 52 tedesco, trimotore da trasporto e bombardamento della Luftwaffe con, appunto, il terzo motore sul muso. Questo sì raggiungeva un’apertura alare di circa 30 metri. Speriamo che si possa, magari con l’aiuto di uno sponsor qualificato, recuperare tale reperto. Che potrebbe celare ancora i resti dell’equipaggio, e dare così un fine e una conoscenza a chi ha perso la vita in questa grande tragedia. L’area è stata, o lo sarà a breve, interdetta alla navigazione per altre indagini. Proprio perchè potrebbe contenere ancora un carico bellico. A tal proposito l’università ha anche ricordato l’analogo ritrovamento nel 2016 di un S 79 Savoia Marchetti sempre nel mare di Sciacca, abbattuto da caccia Inglesi il 14 agosto del 1942. E pilotato durante l’attacco dal Comandante Alfonso Battistini. Comunque quest’ultimo aereo, ormai riconosciuto con sicurezza nel modello, non concorda con le misure dell’altro appena individuato. Alimentando così i dubbi, ma anche la voglia. E speriamo l’intento di riportarlo alla luce. Essendo, come si può vedere dalla foto costruita con i segnali rilevati, bene in vista e in ottime condizioni generali.