La Gran Bretagna è ancora sotto choc per l’uccisione di un bambino di 11 anni da parte di un altro adolescente, utilizzando un’arma da fuoco detenuta illegalmente. Il problema delle baby gang sta raggiungendo, nell’isola, proporzioni drammatiche, così come quello delle armi clandestine. Tanto che il ministro degli interni, Jacqui Smith, ha chiesto la collaborazione dei cittadini, esortandoli a riferire alla polizia dove siano nascoste armi di cui si abbia eventuale…
La Gran Bretagna è ancora sotto choc per l’uccisione di un bambino di 11 anni
da parte di un altro adolescente, utilizzando un’arma da fuoco detenuta
illegalmente. Il problema delle baby gang sta raggiungendo, nell’isola,
proporzioni drammatiche, così come quello delle armi clandestine. Tanto che il
ministro degli interni, Jacqui Smith, ha chiesto la collaborazione dei
cittadini, esortandoli a riferire alla polizia dove siano nascoste armi di cui
si abbia eventuale conoscenza, con la garanzia dell’anonimato da parte di chi
denuncia. «A volte», ha dichiarato il ministro al tabloid News of the world,
«le persone chiedono direttamente ad amici e parenti di badare alle loro armi.
Madri, sorelle o fratelli potrebbero sapere che nella loro famiglia c’è
qualcuno che ha una pistola. Sanno che ha sbagliato e vogliono trovare un modo
gentile per togliere quell’arma ai membri della loro famiglia e assicurarsi che
non possano usarla e cacciarsi nei guai». Iniziative del genere sono già state
prese da tempo negli Stati Uniti (in foto), dove addirittura è prevista una
ricompensa in denaro per chi conduca all’arresto di soggetti in possesso di
armi illegali. In pratica, è quasi un’ammissione di impotenza nei confronti di
un fenomeno dilagante, la cui escalation è cominciata proprio con il “giro di
vite” nei confronti delle armi legali operata dal governo Blair. Meno armi
legali uguale meno crimini? L’equazione tanto gradita ai politici sembra fare
acqua da tutte le parti…