Il minstro dell’Interno, Roberto Maroni, si è detto disponibile a intervenire, anche con il ddl sicurezza, per restringere l’uso delle armi da taglio diffuso soprattutto tra i giovani. Rispondendo a una interrogazione del centrista Roberto Rao in aula alla Camera, il titolare del Viminale ha osservato: «Non c’è dubbio che il fenomeno della devianza minorile che spesso si manifesta attraverso il bullismo o la formazione di bande giovanili desta un forte allarme. Tra…
Il minstro dell’Interno, Roberto Maroni, si è detto disponibile a intervenire,
anche con il ddl sicurezza, per restringere l’uso delle armi da taglio diffuso
soprattutto tra i giovani. Rispondendo a una interrogazione del centrista
Roberto Rao in aula alla Camera, il titolare del Viminale ha osservato: «Non
c’è dubbio che il fenomeno della devianza minorile che spesso si manifesta
attraverso il bullismo o la formazione di bande giovanili desta un forte
allarme. Tra gli strumenti più comuni utilizzati dai giovani (anche per la loro
facile reperibilità) rientrano le armi da taglio».
«La legislazione italiana», ha ricordato Maroni, «distingue le armi proprie da
punta e da taglio, ovvero quelle naturalmente destinate all’offesa alla
persona, da quelle improprie il cui naturale impiego non è l’offesa pur essendo
idonee a ciò. Questa è la legge. Per l’acquisto e la detenzione delle armi
proprie sono necessarie le autorizzazioni di polizia, mentre l’impiego di
quelle improprie è consentito laddove le circostanze di tempo e di luogo ne
giustifichino la presenza». «È il caso probabilmente di intervenire» ha
osservato, «e io do la disponibilità a nome del Governo nel disegno di legge
sulla sicurezza (in corso di approvazione al Senato per poi giungere alla
Camera) ad approfondire questo tema visto che ha una notevole rilevanza.
Infatti, anche se il fenomeno è difficilmente monitorabile nei suoi dati
complessivi, dai dati in possesso della polizia emerge che nel 2006 sono stati
segnalati ben 30.334 minori autori di delitti, mentre nel 2007 il dato è
attestato a 30.906 con un aumento minimo (l’1,8 per cento), ma comunque il dato
è in ogni caso rilevante. Nel 2008 è stata evidenziata una flessione che ci fa
ben sperare, ma ci induce comunque a mantenere alta l’attenzione perché sono
appena sotto i 30 mila i casi dei minori autori di delitti. Gli eventi si
riferiscono a tutto il territorio nazionale, ma in particolare riguardano le
grandi città come Torino, Milano, Roma e Napoli». Sodddisfatta l’Udc che ha
ricordato alcune delle sue proposte in merito: «Quella di un forte inasprimento
delle pene», ha spiegato Rao, «per chi viene trovato in possesso di coltelli in
luogo pubblico e la revisione del limite di quattro dita per i coltelli, perché
un coltello di queste dimensioni può fare molto male. La restrizione delle
possibilità di vendita, oggi affidata molto alla discrezione dei negozianti,
addirittura nelle edicole e, ovviamente, la responsabilizzazione degli adulti,
nel caso dei giovani che possono uscire di casa portando con sé un coltello».
«Parliamo di sicurezza», ha concluso Rao, «e schieriamo i militari nelle
piazze, ma allora perché non realizziamo un maggiore controllo sulla detenzione
delle armi da taglio e non intensifichiamo i controlli anche all’ingresso delle
scuole, nei giardini pubblici, nelle sale giochi, nei bar?»