Namibia: crisi alimentare, autorizzati abbattimenti

La Namibia sta fronteggiando la siccità più grave degli ultimi 100 anni: il governo ha autorizzato l’abbattimento selettivo di alcune specie di grandi mammiferi per alleggerire la pressione sui magri campi coltivati

Recentemente è stata pubblicata una notizia riguardante la situazione alimentare in Namibia. Come si saprà lo stato Africano è uno dei più attenti sia alla fauna e sia ai bisogni della popolazione. Oltretutto è una terra molto stabile politicamente. Ex colonia tedesca, si è resa autonoma dal controllo del Paese europeo alla fine della prima guerra mondiale, andando a far parte assieme al Sud Africa dell’Unione Sudafricana, per uscirne poi ancora come Stato indipendente. Ha una fauna molto varia, ma in questi ultimi tempi sta soffrendo una grande siccità, con conseguente perdita di raccolti e mancanza dei beni più essenziali: cibo e acqua. A tal punto che è necessario fare un piano di emergenza che vada incontro alle necessità vitali della popolazione. Per cui lo Stato ha decido di abbattere una certa quantità di fauna, per un totale di 723 grandi mammiferi: 83 elefanti, 300 zebre, 100 gnu, 150 antilopi, 60 bufali e 30 ippopotami. Non è una quantità tale da impensierire la consistenza di nessuna di queste specie ma, al contrario, potrà almeno placare il grave stato di impoverimento della popolazione locale. Il prelievo è anche preventivo, in quanto la quantità di fauna, proprio per la minore disponibilità di cibo, grava ancora di più sui pochi campi coltivati ancora indenni e i sempre meno posti dove è possibile ancora trovare dell’acqua. Il prelievo è già cominciato, diversi animali sono già stati abbattuti da cacciatori professionisti della Namibia. Secondo l’Onu le possibilità di coltivazione, proprio per le condizioni gravose di siccità e di mancanza d’acqua, sono ridotte dell’84%. Stephane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite, proprio per questo l’ha definita la peggiore siccità degli ultimi 100 anni. Ricordando anche che tra la Namibia, Zimbabwe, Zambia, Botswana e Angola, vive la più grande popolazione mondiale di elefanti, circa 200.000. Naturalmente è già partita la protesta di coloro che vivono a migliaia di chilometri di distanza e che magari dell’Africa hanno conosciuto gli alberghi nelle zone costiere o i resort nei parchi e vedono la povertà dilagante solo nei veloci passaggi a bordo dei pulmini che vanno a trovare i vari animali.

In questa tragedia si inserisce anche il valore della caccia regolare a pagamento su diverse specie, che sono assolutamente non in pericolo. Elefanti compresi. Che sono i più grandi divoratori di ambiente e dei raccolti dei poveri, desertificando e abbattendo tutto quello che vedono o pensano commestibile. Per difendere povere coltivazioni fatte a mano, avendo a disposizione solo urla e sassi, muoiono ogni anno tante persone, in gran parte bambini. La caccia regolare sugli animali in esubero porta tanti soldi che salvano la vita a tante persone, creando oltretutto tantissimi posti di lavoro.