Sono oltre 40 mila in Italia, ma devono fare i conti con una legislazione risalente al 1931 e con stipendi inferiori a quelli di un operaio, malgrado svolgano un lavoro ad alto rischio. Sono le guardie giurate, sempre più spesso utilizzate al posto delle forze di polizia nei cosiddetti “compiti di prevenzione”. E sono in molti a lamentarsi dell’assoluta assenza di tutele dal punto di vista professionale: «Percepiamo 1.100 euro lordi, che netti diventano 900», spieg…
Sono oltre 40 mila in Italia, ma devono fare i conti con una legislazione
risalente al 1931 e con stipendi inferiori a quelli di un operaio, malgrado
svolgano un lavoro ad alto rischio. Sono le guardie giurate, sempre più spesso
utilizzate al posto delle forze di polizia nei cosiddetti “compiti di
prevenzione”. E sono in molti a lamentarsi dell’assoluta assenza di tutele dal
punto di vista professionale: «Percepiamo 1.100 euro lordi, che netti diventano
900», spiega una guardia del Vicentino intervistata da un quotidiano locale.
«Come qualifica siamo dichiarati operai, sebbene il rischio sia molto elevato.
Per quadagnare qualcosa in più dobbiamo fare un’ottantina di ore al mese di
straordinario, in modo tale da portare a casa almeno 1.200-1.300 euro. Non
abbiamo mezzi adeguati a svolgere il nostro lavoro: quando scatta un allarme
non dobbiamo superare i 50 chilometri orari, altrimenti rischiamo le multe e la
penalizzazione dei punti sulla patente. La cosa assurda è che tutti i settori
si adeguano tranne noi».