Forse sono troppo ottimista o confido troppo nell’onestà e nell’intelligenza umana. Io ho scritto che mi pareva di intravedere i segni di una nuova Uits: un po’ più collaborativa, più aperta e disponibile al confronto. Considerando questi presupposti e altri che illustrerò, forse, converrebbe sperimentare il dialogo, non solo da parte dell’Uits. “Non ti devi fidare di questa Uits”, mi hanno detto. Evidentemente si tratta di strascichi e dissapori sulla gestione dei pa…
Forse sono troppo ottimista o confido troppo nell’onestà e nell’intelligenza
umana. Io ho scritto che mi pareva di intravedere i segni di una nuova Uits: un
po’ più collaborativa, più aperta e disponibile al confronto. Considerando
questi presupposti e altri che illustrerò, forse, converrebbe sperimentare il
dialogo, non solo da parte dell’Uits. “Non ti devi fidare di questa Uits”, mi
hanno detto. Evidentemente si tratta di strascichi e dissapori sulla gestione
dei passati quattro anni. Che però qualcosa producono.
Ma posso non fidarmi dell’Istituzione che “governa” il Tiro a segno italiano?
Perché è questa la realtà da tempo. Lo so bene che c’è un’anomalia di fondo:
che l’Uits dovrebbe occuparsi della parte sportiva, come fanno tutte le
federazioni sportive, vivendo dei proventi delle affiliazioni e dei
tesseramenti. Che i Tsn dovrebbero gestire l’attività istituzionale delegata
dallo Stato e curare il patrimonio pubblico dei poligoni. È questione di denari
e anche di efficienza. Il “dissidio” tra le due anime è rimasto latente finché
non è apparso evidente che l’Uits voleva dare legalità al suo ruolo dirigista
nei confronti del Tsn. E allora ecco il gran polverone dal 2007 a oggi. A pochi
giorni fa. Lo schema di regolamento per il riordino dell’Uits al quale avevo
accennato nello scorso editoriale è poi stato approvato anche nel suo passaggio
alla commissione parlamentare per la semplificazione, tuttavia con condizione e
osservazioni, che cautelativamente avevo considerato possibili, e che meritano
analisi accurata. L’onorevole Mario Lovelli (pd) ha sottolineato in commissione
“come le polemiche sorte in merito ad alcuni comportamenti del presidente dell’
Unione italiana Tiro a segno – tradottesi in un’interrogazione parlamentare
alla quale si auspica sia data tempestiva risposta da parte del ministro della
Difesa – le reiterate denunce riguardanti le carenti condizioni di sicurezza in
cui versano alcuni impianti di tiro, le istanze provenienti da molte sezioni di
tiro affinché venga preservato il loro status e la loro autonomia devono
indurre la Commissione a considerare con attenzione lo schema di regolamento in
titolo”. Il relatore, senatore Lucio Malan (pdl), ha condiviso le osservazioni
di Lovelli. Dunque per la commissione “appare opportuno” che l’approvazione
definitiva del regolamento “sia preceduta da un’ampia consultazione delle
sezioni di Tiro a segno nazionale e che sia verificata la compatibilità del
nuovo assetto con il rispetto del principio di sussidiarietà,
costituzionalmente garantito”. La commissione ritiene anche che “andrebbe
verificata l’efficacia dell’affidamento di compiti di coordinamento, vigilanza
e controllo sulle sezioni Tsn a ben tre enti: Unione italiana Tiro a segno,
ministero della Difesa e ministero dell’Interno”. Che, poi, “le sezioni Tsn
possano provvedere anche direttamente all’ammodernamento degli impianti di tiro
da loro utilizzati”.
Si stanno muovendo tante situazioni, c’è un’inusitata attenzione del mondo
politico e ci sono interessi in gioco anche decisamente importanti, che
riguardano la sicurezza, per esempio. E altre federazioni hanno da tempo messo
l’occhio su alcune attività istituzionali del Tiro a segno nazionale. Siamo di
fronte a un riordino in piena regola per le fonti primarie e i regolamenti che
finora hanno scandito la vita del Tsn. Credo e spero che l’Uits questa volta
vorrà agire con maggiore collegialità, condividendo la sua azione con quella
dell’intero mondo del Tiro a segno italiano. Perché il riordino è una grande
occasione per rimettere davvero le cose a posto, per rasserenare gli animi (e
le anime). Per questo credo sia opportuno vedersi, parlarsi, senza farsi una
guerra che produce solo danni. Per questo Armi e Tiro intende organizzare un
convegno tecnico o una tavola rotonda già nel prossimo mese.