L’emendamento sullo spray al peperoncino è stato approvato al senato lo scorso 14 gennaio. L’emendamento 18.0.300 all’articolo 18 del cosiddetto “Pacchetto sicurezza” mira a regolamentare la commercializzazione nel nostro Paese dell’impiego per autodifesa dei dispositivi che utilizzano il principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum i quali, conformemente alla normativa vigente, non hanno attitudine a recare offesa alla persona. A luglio dell’anno scorso la …
L’emendamento sullo spray al peperoncino è stato approvato al senato lo scorso
14 gennaio. L’emendamento 18.0.300 all’articolo 18 del cosiddetto “Pacchetto
sicurezza” mira a regolamentare la commercializzazione nel nostro Paese dell’
impiego per autodifesa dei dispositivi che utilizzano il principio attivo
naturale a base di oleoresin capsicum i quali, conformemente alla normativa
vigente, non hanno attitudine a recare offesa alla persona. A luglio dell’anno
scorso la senatrice del partito della libertà, Anna Cinzia Bonfrisco, l’aveva
promesso dedicando tutto il suo impegno alla memoria di Giovanna Reggiani,
brutalmente aggredita a morte dal rumeno di etnia rom Nicolae Romulus Mailat
nell’ottobre del 2007. «È questo un altro tassello alle politiche sulla
sicurezza del governo Berlusconi che mira a tutelare sempre di più i cittadini
italiani e in particolare modo le donne che potranno portare in borsetta uno
strumento sicuro ed efficace», commenta la senatrice veronese. «Ringrazio il
ministro dell’Interno Maroni per l’interessamento e l’opposizione per l’
atteggiamento responsabile tenuto in aula», ha aggiunto. Finalmente. Di ritorno
dallo Shot show non posso non rilevare come negli Stati Uniti il problema della
sicurezza sia fortemente e obiettivamente sentito. Oggi più di ieri, a causa
dell’ondata di licenziamenti e del pericolo dell’impennata di criminalità che
la congiuntura economica potrebbe portare. Forse con qualche esagerazione. Qui,
però, ci sono stati atteggiamenti discutibili, una forte opposizione di certi
ambienti del ministero, per esempio, evidentemente in contrapposizione persino
alla volontà dell’attuale ministro. Nonostante la circolare del 9 gennaio 1998
avesse già, di fatto, autorizzato la libera commercializzazione di due prodotti
contenenti il capsicum, non classificabili armi comuni, in seguito un certo
“manierismo” dei funzionari del ministero e di poche, determinate questure,
aveva limitato la diffusione di prodotti simili, in particolare quelli venduti
nelle armerie. Sequestri e processi non hanno avuto conseguenze e così si è
perso tempo e denaro dei contribuenti. Nel frattempo, chi aveva acquistato lo
spray, l’ha anche usato con successo, allontanando gli aggressori. A mali
estremi, estremi rimedi. Non mi interessano – evidentemente – i risvolti
commerciali: faccio il tifo per i soli cittadini, i quali hanno tutto il
diritto di sentirsi più sicuri. Perché si è visto persino troppo bene che la
polizia non può presidiare tutto il territorio. E allora basta. I controlli
preventivi e le limitazioni vanno eseguiti sui criminali, non sui cittadini
perbene. Se anche, come qualcuno di quei funzionari sostiene, l’uso dello spray
fosse finalizzato a commettere reati, comporterebbe la sua considerazione come
arma impropria, con tutte le conseguenze aggravanti già previste dalla legge
per casi simili e “strumenti” differenti. E, mi verrebbe da dire, basta anche
con le assurde limitazioni al rilascio dei Porto d’arma per difesa personale:
se ci sono i requisiti “normali”, se i cittadini rispondono alle stringenti
caratteristiche previste dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza,
allora le autorizzazioni devono essere rilasciate. Possibile che in Italia i
Porto d’arma per difesa personale siano poco più di trentamila? «L’intervento
normativo si rende necessario affinché sia emanato dal ministero dell’Interno
uno specifico regolamento, ispirato a criteri di trasparenza, per l’immissione
sul mercato dei dispositivi di autodifesa che nebulizzano capsicum», spiega
Bonfrisco. Semplice, rapido: prima la definitiva approvazione dell’emendamento
e poi via. Perché non sono concessi ritardi o elusioni quando si tratta di
sicurezza.