È a Ovada, in provincia di Alessandria, che è stato accertato il primo caso di peste suina africana su una carcassa di cinghiale. A seguito dell’ufficialità della notizia si è immediatamente attivato il Ministero della Salute per comunicare all’Oie (Offices international des epizooties) e alla Commissione Europea la positività del campione, così da attivare le misure del protocollo per ostacolare la diffusione del virus. Per l’eurodeputato Marco Dreosto, che da tempo aveva lanciato attenzione al problema, si tratta di un riscontro quasi inevitabile: “purtroppo a livello nazionale si è agito poco o nulla in materia di prevenzione, adesso, a livello comunitario, verrà applicato il principio della regionalizzazione in base al regolamento UE 605/2021, che prevede l’individuazione dell’area critica e le relative restrizioni. La priorità è ora quella di attivare i protocolli per contrastare la diffusione della malattia e nel contempo tutelare il comparto suinicolo nazionale, che potrebbe soffrire gravemente il blocco dell’esportazione delle carni”. Per Dreosto infatti, Paesi terzi importatori come Cina, Australia, Brasile e India, a differenza di quelli europei, di Usa o Giappone, potrebbero non riconoscere il principio di regionalizzazione, adottando restrizioni più severe, con conseguenti pesanti ricadute su scala nazionale.
Peste suina: primo caso accertato in Italia
Accertato in provincia di Alessandria il primo caso di peste suina africana, su una carcassa di cinghiale. Dreosto: "La priorità è ora quella di attivare i protocolli per contrastare la diffusione della malattia e nel contempo tutelare il comparto suinicolo nazionale, che potrebbe soffrire gravemente il blocco dell’esportazione delle carni"