Il Sap (Sindacato autonomo di polizia) è recentemente tornato sulla questione ormai annosa del porto fuori servizio di un’arma diversa da quella d’ordinanza da parte del personale delle forze dell’ordine, citando un recente articolo apparso sul quotidiano La verità, diretto da Maurizio Belpietro: la notizia è che, in attesa che il ministero giunga a una decisione ufficiale sulla possibilità di portare armi personali fuori servizio, le prefetture stanno bocciando sistematicamente le richieste di porto di pistola per difesa personale avanzate dai poliziotti. Infatti, in attesa di una decisione ufficiale da parte del ministero (che, se mai dovesse arrivare, dovrà presumibilmente avere la forma di un atto avente forza di legge), l’unico modo per un poliziotto o un carabiniere di portare un’arma personale fuori servizio è quello di richiedere il porto di pistola per difesa personale, come un qualsiasi altro cittadino. Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro cita il caso di un poliziotto di Novara che ha richiesto il porto e dalla propria prefettura si è visto rispondere che “non ci sono sufficienti motivazioni che dimostrano la reale esposizioni a rischi, non essendo evidenziati fatti o circostanze di pericolo attuale”. Peccato che questa motivazione faccia decisamente a pugni con la raccomandazione data qualche mese fa dall’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano, di portare la pistola d’ordinanza anche fuori servizio, proprio in virtù della particolare situazione di allarme terroristico. E peccato, ancora, che le dimensioni della pur ottima Beretta 92 d’ordinanza facciano a pugni con le possibilità di occultamento con la maggior parte dei capi di abbigliamento, in particolare nel periodo primaverile-estivo.
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