Il fucile a pompa è una delle armi in assoluto più iconiche nell’immaginario collettivo, complice l’impiego coreografico che spesso ne viene fatto nell’ambito del Cinema hollywoodiano, ma complice anche il fatto che si tratta di uno dei sistemi meccanici armieri più longevi in assoluto e ancor oggi ben lontano dal pensionamento, sia nell’impiego militare e di polizia, sia nell’impiego sportivo, venatorio e della difesa personale. I maggiori sostenitori del fucile a pompa sono sempre tradizionalmente stati gli statunitensi (che ne hanno fatto un impiego militare già prima del volgere del XX secolo), ma il suo impiego si è diffuso, in particolar modo negli ultimi trent’anni, anche in tutto il resto dell’Occidente, complice anche la comparsa sul mercato di prodotti di fascia economica provenienti in particolare dalla Turchia.
Ogni grande leggenda ha un suo punto di inizio: ma quale è stato il punto di partenza del fucile a pompa? Chi è stato il primo in assoluto a proporre sul mercato il fucile a pompa?
Le origini del mito
Dal punto di vista meccanico-progettuale, il concetto del fucile a pompa, cioè dell’arma a ripetizione nella quale l’otturatore viene aperto e chiuso facendo scorrere l’astina sulla quale appoggia la mano debole, si fa risalire a un brevetto addirittura del 1854, rilasciato a favore dell’inglese Alexander Bain.
È stato, però, in terra americana che il primo progetto concreto di fucile a pompa ha visto la luce ed è stato proprio sul mercato statunitense che è stato venduto il primo modello: non realizzato da Colt né da Winchester, tanto per citare le aziende più famose dell’epoca, bensì dalla Spencer arms company di Amherst, Massachusetts, che iniziò a produrre il fucile (sopra) brevettato da Christopher Spencer (inventore della nota carabina a ripetizione utilizzata durante la guerra civile americana) e da Sylvester Roper nel 1882. L’arma si contraddistingue per avere un blocco otturatore basculante che, azionando l’astina, si abbassava e si sollevava per espellere (dall’alto) il bossolo sparato e camerare la cartuccia successiva, presentata dal serbatoio tubolare. Un’altra caratteristica originale dell’arma era costituita da una sorta di secondo grilletto, posto davanti a quello vero e proprio, che serviva per riarmare manualmente il cane interno nel caso in cui l’innesco della cartuccia non partisse al primo colpo. Il fucile ebbe un certo successo ma, nonostante ciò, l’azienda finì in bancarotta e il progetto fu acquistato da Francis Bannerman di New York, che portò avanti la produzione, con una serie di perfezionamenti minori, fino al 1907.
Il salto di qualità
Il vero salto di qualità nella genesi del fucile a pompa è rappresentata, tuttavia, da quello che sicuramente non è stato il primo modello a essere prodotto in serie, ma è stato il primo modello di grande successo e diffusione, cioè il Winchester 1893 (sopra), concepito da uno dei più grandi talenti armieri di tutti i tempi, cioè John Moses Browning. Dopo meno di un lustro dall’introduzione sul mercato, Winchester debuttò con un modello praticamente identico ma irrobustito, per l’impiego di munizioni caricate con polveri infumi: il modello 1897, che rimase in vendita per oltre mezzo secolo (fino al 1957) e fu realizzato in oltre un milione di esemplari. In effetti Winchester aveva già un fucile calibro 12 a ripetizione, che era il modello 1887 a leva (sempre concepito da Browning), rispetto al quale tuttavia il pompa presentava numerosi vantaggi: la ripetizione del colpo era molto più rapida e il movimento di ricarica risultava più lineare a vantaggio della precisione di doppiaggio del colpo.
La canna rigata
Il fucile a pompa è generalmente associato al calibro 12, caricato a pallini, pallettoni o a palla asciutta, ma non mancano interpretazioni anche nella canna rigata, come la carabina Remington 7600 o la Browning Bpr, per citare alcuni esempi relativamente vicini a noi dal punto di vista temporale.
Anche in questo caso, il primo esempio è comunque uscito sul mercato ancora nel XIX secolo, più precisamente nel 1884: si tratta della carabina Colt Lightning (sopra), realizzata in .44-40 e in altri calibri “western” in voga all’epoca e salutata, anch’essa, da un notevole successo commerciale, anche se la produzione in questo caso proseguì solo fino al 1904.
I motivi di un successo immortale
Per quanto riguarda la canna rigata, il fucile a pompa non ha mai insidiato in modo particolarmente rilevante il mercato rispetto alle carabine con otturatore girevole-scorrevole (bolt-action), rispetto alle quali non può vantare la medesima precisione intrinseca, né rispetto alle carabine semiautomatiche, rispetto alle quali non consente una paragonabile velocità di ripetizione del colpo a fronte di una differenza di prezzo tutto sommato limitata.
Nel campo dei fucili a canna liscia, in effetti invece il fucile a pompa continua a essere prodotto tanto da aziende primarie (Benelli, Browning, Winchester, Fabarm eccetera) quanto da una miriade di piccoli e medi produttori più o meno “esotici”, come quelli di base in Turchia. Ma perché la sua era non è definitivamente tramontata a favore del semiautomatico?
Per quanto riguarda l’impiego prettamente venatorio, l’arma continua a occupare un posto d’onore nel cuore dei cacciatori americani sia per ragioni tradizionali e d’affezione, sia perché ritenuto più affidabile dell’arma semiautomatica nei contesti d’uso più critici, come può essere quello della caccia agli acquatici, o nel caso in cui si utilizzino cartucce di notevole varietà di caricamento, che potrebbero dare problemi di affidabilità nei semiauto. Da non sottovalutare inoltre che tra un semiauto e un pompa di pari qualità costruttiva, il pompa può costare anche meno della metà rispetto al semiauto.
Per l’impiego tattico-difensivo, il pompa mantiene la sua efficacia operativa sempre in funzione dell’assoluta insensibilità al tipo di munizionamento impiegato, che consente quindi di alternare, per esempio, cartucce non letali con pallettoni in gomma a munizioni letali con palla, pallettoni o pallini. Rispetto al semiautomatico, il pompa può inoltre essere realizzato con canne anche estremamente corte, senza risentire in alcun modo in termini di affidabilità di funzionamento.
Il fucile a pompa, nato quindi nel XIX secolo, prosperato nel XX, terrà compagnia agli appassionati anche per buona parte del XXI!