È un erogatore di spray antiaggressione al capsicum, “vestito” però come una Glock 17: massima efficacia di impugnatura e puntamento, compatibilità con tutte le fondine esistenti
Gli spray al capsicum (olio essenziale di peperoncino) sono una realtà ormai da alcuni decenni in Europa. In Italia la loro commercializzazione è stata per anni osteggiata dal ministero dell’Interno e limitata a pochissime tipologie, fino all’approvazione della legge n. 94 del 2009 e, soprattutto, del relativo decreto ministeriale n. 103 del 2011, nel quale sono state fissate le caratteristiche tecniche che deve possedere il prodotto per essere considerato inidoneo all’offesa alla persona e, quindi, liberamente acquistabile e detenibile. Fermi restando i limiti previsti per il prodotto da nebulizzare (capienza massima del contenitore 20 ml, percentuale di oleoresin capsicum disciolto non superiore al 10 per cento, con una concentrazione massima di capsaicina e capsaicinoidi totali pari al 2,5 per cento), è abbastanza evidente che la forma esterna dell’erogatore può essere la più variegata: negli ultimi anni, oltre alla classica bomboletta, alcune aziende hanno deciso di proporre erogatori che hanno, più o meno fedelmente, la forma di una pistola: è il caso, tanto per citarne alcuni, del Walther Pdp, del Ruger Sabre lady jean e delle pistole svizzere Piexon che, tuttavia, per la propulsione del principio attivo non si basano su un gas compresso, bensì su una carica pirica. Da poche settimane, in Italia è presente un ulteriore produttore (israeliano), che è Geisler defence, il quale propone un erogatore di spray al capsicum decisamente particolare in quanto le forme esterne ricalcano da vicino quelle di una delle più famose pistole semiautomatiche moderne, cioè la Glock 17.
La ragion d’essere degli erogatori di spray al capsicum a forma di pistola è facile da comprendere, se appena ci si pensa un attimo: l’arma da fuoco (o sua imitazione, in forma più o meno semplificata) ha una ergonomia molto più corretta per consentire la presa e il puntamento nelle fasi di concitazione tipiche di una difesa personale, inoltre può consentire anche l’impiego di fondine che consentono il porto in posizione più favorevole per una prontezza di impiego, rispetto a un piccolo e anonimo cilindretto che resta sepolto in mezzo a mille altre cose sul fondo della tasca di un cappotto o, peggio, sul fondo di una borsetta femminile, dimostrandosi più sfuggente di una saponetta quando lo si cerca nel frangente più drammatico. L’approccio di Geisler defence è, questo è vero, differente rispetto agli altri “pistolettari” del capsicum nel senso che qui si è scelto di occultare la fatidica bomboletta all’interno di una sagoma corrispondente a quella di una pistola full size, anziché comunque cercare di ridurre ai minimi termini lunghezza e altezza. Questo indubbiamente può comportare alcuni problemi nel porto occulto ma, dall’altro canto, consente di sfruttare le molteplici soluzioni per il porto (fondine) già disponibili per le pistole Glock (che sono assolutamente compatibili) e consente, in particolar modo agli appassionati che già posseggano una semiauto austriaca, di disporre del family feeling che già si conosce. Ovviamente quanta importanza dare all’aspetto imgombro e quanta all’aspetto impugnabilità e istintività d’impiego, è cosa che solo il singolo acquirente può valutare, in base alle proprie priorità ed esigenze.
L’aspetto esterno è abbastanza facile da descrivere: è una Glock 17! A differenziarla dall’arma vera in calibro 9 mm, due elementi particolarmente vistosi, cioè il carrello in color arancio fluo (il produttore prevede diverse tinte, questa in particolare è stata quella scelta dall’importatore) e la volata, circondata da un anello di colore rosso vivo. Volendosi soffermare sui dettagli, si nota l’assenza della tipica sicura automatica sul grilletto delle vere Glock, e la presenza invece di una levetta sul lato sinistro del fusto, sopra il grilletto; inoltre le fresature di presa sul carrello, anteriori e posteriori, presentano una differente texture, a linee verticali per quelle anteriori, quadrettate quelle posteriori. Come si diceva, dettagli, di primo acchito è una Glock. Il funzionamento è piuttosto semplice: premendo la falsa leva dell’hold open presente sul lato destro del fusto, si può arretrare il falso carrello, scoprendo così il vano di caricamento della bomboletta nella parte anteriore dell’arma. Non resta che inserire una delle bombolette fornite in dotazione (due con principio attivo, una riempita di sola acqua per addestramento) con l’ugello rivolto in avanti, e far scorrere nuovamente in chiusura l’otturatore. Premendo il grilletto, la sua porzione superiore avanza comprimendo la bomboletta: essendo l’ugello tenuto fermo dalla piastra anteriore della “pistola”, il movimento relativo è di compressione dell’ugello, con conseguente fuoriuscita del prodotto. Rilasciando il grilletto, si interrompe l’erogazione, e così via fino all’esaurimento della bomboletta. La sicura manuale sul fusto blocca fisicamente il movimento del grilletto, impedendo spruzzi accidentali. La sagoma dell’arma prevede anche un falso caricatore: non c’è un vero e proprio pulsante di sgancio alla base del ponticello, basta tirare verso il basso il fondello, vincendo l’elasticità di un dente realizzato nel medesimo polimero del caricatore. Sfilando quest’ultimo, si scopre il vano per una seconda bomboletta, da utilizzare in caso di emergenza se la situazione dovesse “buttare male” al punto che una singola bombola non sia sufficiente. Una delle motivazioni sottese alla scelta del “formato” Glock 17 (quindi full size) anziché un formato più compatto, come per esempio quello della Glock 19, può a questo punto essere rappresentato dal fatto che le dimensioni dell’impugnatura dovevano essere sufficienti per consentire di contenere una bomboletta. Allo stesso modo, la “canna” doveva essere lunga a sufficienza per consentire l’inserimento della bomboletta nello spazio compreso tra il grilletto e la volata, è chiaro che dimensioni più contenute avrebbero sacrificato inaccettabilmente la capienza della bombola.
Lo strumento viene fornito in una bella confezione di cartoncino nero lucido con il logo dell’azienda in argento. All’interno, riempitivo in schiuma che preserva dagli urti sia la pistola, sia le bombolette. Queste ultime sono tre, due riempite con capsicum, la terza riempita con acqua, per addestrarsi nell’uso. Rifornire il proiettore è semplice, basta premere il finto hold open presente sul lato destro del fusto e arretrare il finto carrello, si posiziona quindi la bomboletta avendo cura di alloggiare prima il fondo e poi l’ugello, e si richiude il carrello fino allo scatto. L’ugello è centrato con precisione con il foro di “volata” del proiettore. Una volta disinserita la sicura, una pressione di circa 1.500 grammi sul grilletto causa la propulsione della nebulizzazione di soluzione urticante. La sicura ha un arco di azionamento di circa 45 gradi, il movimento di disinserimento si effettua facendola ruotare in avanti (senso orario) la leva, operazione molto istintiva da eseguire con il pollice della mano destra. Non altrettanto favoriti sono i mancini, ma d’altronde se si sceglie una fondina polimerica con guscio rigido, si può anche portare con la sicura disinserita, vista oltretutto l’ampiezza della corsa del grilletto. La nebulizzazione prosegue ininterrotta finché dura la pressione sul grilletto o finché non è completamente esaurito il contenuto della bombola, quindi ci si può regolare a piacimento con un getto prolungato o più getti brevi. Il getto nebulizzato è piuttosto veloce, tale da farci ritenere che l’impiego possa essere esplicato in sicurezza anche con un modesto vento contrario (ma lasciamo ai lettori la curiosità di provare…). L’ugello non sbava e, quindi, la sostituzione della bomboletta risulta praticamente priva di rischi di contaminazione accidentale. Interessante la conformazione del tappo che funge da falso caricatore, sul lato interno della base è presente un cilindretto cavo che circonda completamente l’ugello della bomboletta di riserva, impedendo una pressione accidentale quando la si introduce nell’impugnatura o quando, in generale, la si manipola. È un segno della cura profusa nei dettagli e, in definitiva, nell’intero progetto.
Prima che si scatenino i soliti soloni, è opportuno come sempre sottolineare che questo tipo di strumento antiaggressione non serve per contrapporsi a un soggetto armato: contro un’arma da fuoco, è abbastanza evidente che si possa contrapporre solo un’arma da fuoco. La ragion d’essere del Gd105 è quella di consentire una nebulizzazione antiaggressione nei confronti di un aggressore disarmato o munito di strumenti di circostanza (coltelli, cacciavite, cocci di bottiglia eccetera) senza necessitare di entrare in contatto fisico o nel raggio d’azione di questi oggetti, potenzialmente letali. Rispetto a una normale bomboletta spray consente una elevata ergonomia e altrettanto elevata prontezza di impiego, consente l’utilizzo di tutte le fondine previste per le Glock 17-19-22-23 e non si può negare un certo potere deterrente. Per contro, gode delle medesime facoltà di acquisto e di impiego di qualsiasi spray al capsicum rispondente al decreto 103/11, quindi non solo ne sono consentiti senza formalità l’acquisto e la detenzione, ma anche il porto. Il prezzo può essere considerato elevato in senso assoluto, ma occorre considerare anche la doppia dotazione di bombolette attive, con il valore aggiunto della bomboletta trainer.
Produttore: Geisler defence, geisler-defence.com
Distributore: armeria Ratti, corso Matteotti 189, 20831 Seregno (Mb), tel. 0362.23.50.74, armiratti.it
Modello: Gd105
Tipo: erogatore di spray al capsicum
Lunghezza totale: 185 mm
Larghezza: 30 mm
Altezza: 130 mm
Alimentazione: bomboletta al capsicum 18 ml con 1,5% di principio attivo
Peso: 315 g
Materiali: poliammide rinforzato con fibra di vetro
Dotazione: 2 bombolette al capsicum, una bomboletta test inerte, scatola di cartone con interno in schiuma
Qualifica: libera vendita
Accessori: fondina polimerica da cintura
Prezzo:
95 euro, Iva inclusa; fondina, 38,50 euro