] Il Sabatti Rover è un fucile per la caccia dal costo abbastanza contenuto, non per questo scarsamente “dotato” meccanicamente. La versione 600 differisce sostanzialmente dalla più diffusa 870 soltanto per l’azione più corta, in quanto le camerature previste sono quelle la cui munizione finita non supera i 60 millimetri. Abbondantemente al di sotto di questa quota, si colloca la cartuccia che fa la parte del leone nelle gare di Bench rest, il 6 mm Ppc che, tra l’altro, è già stato da tempo catalogato dall’azienda di Gardone Val Trompia. Se il gruppo azione-scatto Sabatti è considerato solido, efficace ed economico, per quale motivo non partire da qui per costruire un fucile di altissima precisione? La canna bull barrel in acciaio inossidabile può essere facilmente reperibile sul mercato anche se, in un prossimo futuro, la Sabatti stessa potrà fornire un prodotto con queste caratteristiche. La superficie esterna della culatta non è brunita, ma “pallinata” per accordarsi esteticamente con l’acciaio inox della canna. La calciatura deve essere studiata appositamente sulla base delle esigenze della specialità e, in questo caso, non occorre andare troppo lontano poiché la Cem Technologies di Pegognaga (Mn) ha terminato la fase di sperimentazione di un supporto in fibra di carbonio dalle caratteristiche estremamente innovative e, quindi, è in grado di produrre il “vestito”, parte fondamentale del binomio arma-tiratore, per supportare la parte meccanica. [
] A fianco: il calciolo è costituito solo da una sottile lamina di colore rosso. A sinistra: per la pulizia dello scatto e per risparmiare peso è stata eliminata la sicura. [
] Tornando al “cuore” dell’arma, gli interventi apportati sul Sabatti sono volti alla riduzione delle tolleranze e, soprattutto, del peso, per riuscire a montare una canna “consistente” senza rendere il fucile eccessivamente pesante. L’otturatore è a manubrio con due tenoni di chiusura anteriori posti a 180°. Le superfici che entrano in contatto sono state rettificate per ottimizzare la chiusura. Lo scatto, invece, è il “tre leve” di serie, che è stato lucidato. Possono essere sostituite le molle, eventualmente, se il cliente ha particolari esigenze, e impostata la regolazione desiderata. L’esemplare protagonista della nostra prova, richiedeva una trazione di poco inferiore a 200 grammi, valore che ci è sembrato molto adatto al tipo di tiro, con uno sgancio molto pulito e senza alcun accenno di giochi o incertezze. Anche il grilletto gioca un ruolo non indifferente per il risultato finale: sembra essere caduto per caso lì, nel punto in cui l’indice lo cerca e avere proprio la forma adatta per appoggiare comodamente il polpastrello. La larghezza consistente permette di sfruttare una vasta superficie di appoggio, facendo sembrare lo scatto ancora più leggero di quanto sia in realtà. Ci sono, infine, due brevi porzioni di guida Weaver fermate con viti sulla sommità dell’azione ed è, invece, totalmente assente la predisposizione per gli organi di mira metallici. Un particolare non trascurabile è la rigidità dell’azione pressofusa in acciaio al carbonio, che permette di ottenere prestazioni competitive senza ricorrere a dimensioni “elefantiache”, come nel caso di alcune armi custom statunitensi. [
] A fianco: l’otturatore, a due tenoni, è rettificato di precisione. È sprovvisto di espulsore. A sinistra: il grilletto ha una curvatura indovinata. [
] La calciatura in fibra di carbonio, dicevamo, è stata progettata dalla Cem Technologies di Pegognaga (Mn) mettendo a frutto l’esperienza dei titolari nel campo del tiro e scegliendo un tipo di angolazione molto proficua dal punto di vista ergonomico. Ma la particolarità che rende ancor più interessante la calciatura mantovana è la costruzione in un monopezzo di fibra di carbonio con inserti interni in materiali a densità differenziata. La parte anteriore, per esempio, ha una resistenza meccanica inferiore rispetto a quella posteriore, che è più sollecitata all’atto dello sparo, ma, in compenso, assorbe maggiormente le vibrazioni, migliorando la resa balistica. Anche il fatto di disporre di barrel channel già allo stato grezzo consente di rendere assai più semplice la lavorazione successiva per il montaggio della meccanica e, soprattutto, evita che la struttura scatolata del guscio esterno in fibra di carbonio venga indebolita dall’asportazione di materiale. [
] Questa maggiore complessità in fase di produzione si traduce in una solidità incredibile, se commisurata al peso notevolmente ridotto (760 grammi) che rappresenta un indubbio vantaggio, considerando che una delle poche limitazioni previste dal regolamento sportivo è relativa proprio al peso complessivo. Nel Bench rest di grosso calibro, infatti, esistono due categorie, leggera e pesante, per le quali le armi non devono superare rispettivamente le 10,5 e le 13,5 libbre (4.770 e 6.130 grammi, circa). La procedura più seguita dai partecipanti è quella che prevede il possesso di un’unica arma che all’ occorrenza viene dotata di contrappesi o, tutt’al più, dotata di una canna più consistente, senza dover portare al seguito due fucili differenti. Ma il peso sopraindicato non è un traguardo eccezionale, almeno a quanto dicono i costruttori, i quali stanno già lavorando a un procedimento nuovo, in grado di garantire la stessa efficacia con un ulteriore decremento ponderale di almeno cento grammi. In teoria la sagoma della calciatura non ha grosse pretese dal punto di vista estetico perché tutte le sue caratteristiche sono volte alla funzionalità e all’ergonomia. Ciò nonostante, la linea equilibrata e la cura applicata allo studio di ogni sua parte porta a un risultato gradevole. L’unico, piccolo neo è rappresentato, a nostro avviso, dalla nota di colore data dal rivestimento rosso fuoco della zona di appoggio per la spalla che, invece di rallegrare l’insieme lo fa sembrare una forzatura. Del resto si tratta di un intervento veramente irrisorio, perché il rivestimento può essere colorato a piacimento, in quanto ha l’unica funzione di ricoprire il foro posteriore predisposto per accogliere un contrappeso. [
] Gli interventi del customizzatore non sono soltanto quelli citati in precedenza, ma hanno seguito un percorso di analisi delle parti, per risparmiare più peso possibile e per poter “investire” il margine ridotto in una canna più consistente. Andrea Barbanti, customizzatore bolognese, che opera a Campagnola, nella Bassa reggiana, ai confini con Modena, in primo luogo ha eliminato i meccanismi destinati alla sicurezza, al contenimento delle munizioni di riserva e all’espulsione dei bossoli. La sicura è assolutamente superflua su un’arma che viene caricata a colpo singolo ed esclusivamente con la volata in direzione del bersaglio. La stessa cosa si può dire del caricatore, che è del tutto inutile ed è stato sostituito da una piastra di scorrimento in lega leggera, il vano dello stesso non è neppure presente nel calcio. L’espulsore è considerato addirittura dannoso in quanto i bossoli vengono maneggiati con una tale cura da far considerare la caduta al suolo un delitto. L’estrazione dalla camera di scoppio è affidata all’unghia presente sulla destra dell’otturatore, mentre quella dal vano di caricamento è manuale. [
] Un altro accorgimento riguarda l’alleggerimento del percussore, che è diviso in due tronconi, di cui il posteriore (non sollecitato meccanicamente) è in lega leggera, mentre l’anteriore, che deve percuotere l’innesco, è in acciaio. Oltre al risparmio di qualche grammo, si ottiene una superiore velocità in battuta, che riduce i tempi morti tra la decisione di sganciare e l’uscita del proiettile dalla volata. A proposito di volata, dobbiamo segnalare l’incassatura tronco-conica piuttosto accentuata a protezione del vivo e la quasi assoluta assenza di residui di combustione in questa zona, a prova dell’estrema accuratezza costruttiva. L’ottica montata sul fucile è una Leupold a rapporto di ingrandimento fisso, sostenuta da due anelli così bassi da portare il tubo a sfiorare la canna. L’abbassamento del cannocchiale è importante tanto per la posizione del baricentro quanto per mantenere più vicine possibile la linea di mira e l’asse della canna. L’ultima considerazione riguarda i costi. Ogni esemplare è assemblato seguendo le specifiche richieste del cliente e, quindi, il prezzo varia in funzione dei dettagli meccanici e delle lavorazioni accessorie. Comunque, non spaventatevi: siamo ancora lontani dalla cifra necessaria per alcuni sniper superquotati. [
] La prova a fuoco e altre immagini le trovate su Armi e Tiro di agosto 2001. [
] Costruttore: Sabatti spa, via Alessandro Volta 90, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030/89.12.207, fax 030/89.12.059, www.sabatti.com, info@sabatti.com Accuratizzatore: Andrea Barbanti, via Baccarini 2, 42012 Campagnola (Re), tel. 0522/66.91.74, fax. 0522/75.04.28 Modello: 600 Tipo: carabina a otturatore girevole-scorrevole Calibro: 6 Ppc (catalogato anche nei calibri .222 e .223 Remington, .222 Remington magnum, 6 Ppc Usa) Funzionamento: a ripetizione manuale con otturatore girevole-scorrevole, a colpo singolo Meccanica: in acciaio con canna fissa montata su calciatura in fibra di carbonio Scatto: con pacchetto a tre leve, regolabile, senza stecher Percussione: centrale con percussore lanciato da molla elicoidale Estrattore: a unghia, in testa all’otturatore Espulsore: assente Sicura: assente Canna: lunghezza 22″ (560 mm). La rigatura ha 4 principi ad andamento destrorso con passo di un giro in 14 pollici Alimentazione: manuale Mire: organi metallici assenti, l’ottica è montabile su attacchi tipo Weaver Calciatura: Cem-Technologies in fibra di carbonio con inserti a resistenza differenziata Peso: 4.760 grammi (scarica con ottica) Lunghezza: 1.100 mm, circa Finitura: azione pallinata opaca, otturatore con superficie lucida Caratteristiche balistiche: 6 Ppc con palla di 68 grs: V0=3.205,4 ft/sec, (977,0 m/sec), E0=1.616,8, ft.lbs (214,40 kgm) Numero del Catalogo nazionale: 6587 (6 Ppc) Prezzo al pubblico: variabile in funzione degli optional e delle modifiche richiesti