Accontentiamoci di mezza Quad. Anzi, a dire il vero di un quarto di Quad. La nuova (almeno per l’Italia) rimfire dell’azienda finlandese, infatti, avrebbe nel nome la genesi della sua vera natura: un’azione sola con quattro canne intercambiabili. Avrebbe, perché in Italia, purtroppo, ha dovuto soccombere alla scure del ministero dell’Interno che non ha consentito la catalogazione integrale della piccola multi calibro progettata per poter sparare .22 long rifle, .17 Mach 2, .22 magnum e .17 Hmr con un semplice e rapido cambio di canna. Della Quad “originale”, quella “all’italiana” ha mantenuto comunque tutte le peculiarità a partire dai colori: la Sako, infatti, per evitare che il tiratore si confondesse, aveva assegnato un colore diverso a ognuno dei quattro calibri, così, sulla versione hunter, protagonista della nostra prova, era ben visibile l’anello verde nel punto di giunzione tra canna e azione e il pallino, sempre verde, sul pad del caricatore, in accoppiata con un altro pallino blu, a significare che quel caricatore dovrebbe essere utilizzato anche per il calibro .17 Mach 2. In effetti, la Beretta (che è proprietaria del marchio Sako e ne cura la distribuzione) ha ottenuto dal ministero uno sdoppiamento: in un numero di catalogo, il .22 long rifle con la possibilità di sostituzione della canna in .17 Mach 2 (praticamente un .22 lr ricollettato a .177); in un altro numero di catalogo, il .22 Winchester magnum con canna intercambiabile camerata per il .17 Hmr (anche in questo caso, un .22 Wmr ricollettato a .177). Per motivi squisitamente commerciali, però, in questa prima fase la Beretta ha deciso di importare soltanto la versione Quad hunter calibro .22 long rifle, senza canna intercambiabile, alla quale si affianca la versione Synthetic con calciatura polimerica. Dicevamo che della Quad, l’hunter “italiana” mantiene proprio tutto, canne intercambiabili a parte.
Uno dei particolari che ci ha più favorevolmente impressionati è stata proprio la canna: il profilo conico con volata di 15,2 millimetri tradisce una destinazione originale per uso venatorio (consentito con questi calibri, per esempio, negli Stati Uniti), ma nel corso delle nostre prove in poligono, la qualità della rotomartellatura a freddo, per ottenere le sei rigature con andamento destrorso e passo di 1:16,5” (420 millimetri), e dell’acciaio al carbonio utilizzato è venuta fuori. Certamente, come ben sanno i tiratori esperti del “perfido” .22 long rifle, è fondamentale lavorare sulla scelta dei lotti: noi ne abbiamo utilizzati alcuni selezionati, che già con altre armi avevano dato buoni risultati. A proposito della canna, c’ è da dire che nello spazio tra la vite anteriore che blocca il pacchetto di scatto alla calciatura e la piccola leva di sgancio del caricatore (zigrinata, ma un po’ troppo piccola per essere azionata agevolmente), è stato ricavato il foro per raggiungere la vite Allen che consente di smontare la canna: nel nostro caso, non è un dettaglio così importante proprio perché non c’è la possibilità di sostituire la canna. Il gruppo di scatto trae vantaggio dall’ esperienza Sako nelle carabine centerfire: è in un unico tempo, con peso di sgancio che varia tra i 1.000 e i 2.000 grammi, regolabile attraverso la vite esagonale posta nella parte anteriore del pacchetto di scatto (si avvita in senso orario per aumentare il peso, in senso antiorario per diminuirlo), raggiungibile soltanto dopo aver smontato la calciatura. Noi abbiamo volutamente utilizzato la configurazione out of the box, che ci è sembrata con peso di sgancio pesante se la si paragona a una carabina da tiro, ma con una corsa pulita e uno sgancio netto e ben percepibile. La Sako ha previsto anche un kit con scatto alleggerito, con peso di sgancio intorno ai 200 grammi, che prevede un vero e proprio stecher, con grilletto da spingere in avanti, in puto stile “caccia”. Se la canna è di ottima qualità, anche la combinazione otturatore azione è all’altezza. L’azione è stata riprogettata per poter sopportare l’intercambiabilità della canna, costruita in acciaio fresato con un buon livello di precisione e di cura nella finitura. L’otturatore, ottenuto con acciaio al carbonio, rilascia una sensazione di grande robustezza, quasi esagerata se si pensa alle prestazione dei quattro calibri. Ha due tenoni posteriori e un angolo di apertura di soli 50 gradi. Lo scorrimento dell’ esemplare in prova era disturbato da qualche grattamento, ma la corsa breve e l’ ottima manovrabilità, anche grazie al manubrio ricoperto in polimeri, ne agevolano l’apertura e la chiusura.
L’estrattore è ricavato nella parte destra dell’otturatore e rispetto a tante altre carabine rimfire, ci ha fatto un’ ottima impressione l’espulsione del bossolo, veramente potente. Sempre in tema di confronti con altre carabine (prendiamo, per esempio, le concorrenti “naturali” che sparano nella Production del circuito Armi e Tiro), la calciatura evidenzia la sua destinazione venatoria: molto più sottile nel calcio (con il leggero profilo di canna, l’esemplare in prova manteneva il peso della carabina senza ottica entro i 2.650 grammi), dotata di doppia zigrinatura sia sui fianchi dell’astina sia sulla pistola, dove sono stati ricavati anche con leggeri risalti le posizioni per le dita della mano forte. Un appunto lo possiamo fare sull’accoppiamento azione calciatura, con un anomalo punto di contatto tra la canna e l’asta nella parte anteriore sinistra di quest’ultima. Per testare le doti della Quad orfana della sua dotazione di canne, abbiamo deciso di portarla su uno dei campi in cui potrebbe trovare fortuna in Italia: la Production. “Ingaggiato” un giovane protagonista del circuito Armi e Tiro (il sedicenne reggiano Niccolò Maria Chierici, settimo all’ultima finale di Milano), abbiamo posizionato la Quad sul solo rest anteriore e sparato parecchie decine di colpi nella classica posizione da seduti. Per spremere al massimo le sue potenzialità, abbiamo scelto di non utilizzare il cannocchiale Burris progettato appositamente per la versione multi calibro, con le torrette studiate per la tarature dei quattro calibri, a favore di una più performante Burris 6 24×50. Per ogni munizione utilizzata, complessivamente sette, abbiamo prima sempre condizionato la canna con una quindicina di colpi e nel passaggio tra una munizione e quella successiva abbiamo sempre passato la pezzuola di pulizia per rimuovere il grasso. Molto diverso tra azienda e azienda e in grado di “sporcare” la rosata.
Delle sette munizioni utilizzate per le nostre prove, abbiamo scelto cinque al top di gamma (le Lapua X act, Center X, Midas+ e Polar Biathlon, e le Rws R100) e due “normali” (Rws Club e Lapua Pistol king). I risultati migliori sono stati ottenuti con le R100 e con la Midas+, certamente due ottime cartucce, ma con prestazioni diverse (venti i metri al secondo in più a favore della Rws) a conferma di quanto sia complesso trovare il giusto accordo munizionecarabina con la .22 long rifle. Sono stati necessari più colpi per prendere confidenza con uno scatto, lo ripetiamo, progettato per soddisfare più le esigenze dei cacciatori americani che non i tiratori, ma dopo un po’ di paziente lavoro si è instaurato un buon feeling. La sensazione è che la Sako Quad hunter possa dire la sua nella Production, certamente è costruita bene, con materiali di livello assoluto e con una cura discreta dei particolari. La versione con calciatura in legno ha un prezzo “importante”, ma siamo sicuri che sarebbe stato un dettaglio per molti se si fosse potuta avere anche in Italia la versione multi calibro con le quattro canne. Magari anche soltanto per fare un po’ di Tiro a segno a 50 e perché no?, a 100 metri. O anche soltanto per avere una carabina che, nel suo genere, è unica al mondo, con il marchio di qualità Sako.
SCHEDA TECNICA
Produttore: Sako ltd, Riihimaki, Finlandia, www.sako.fi
Distributore: Beretta spa, via Pietro Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia, (Bs), tel. 030.83.411, fax 030.63.41.421, www.beretta.com, www.sakoitalia.it
Modello: Quad hunter
Tipo: carabina bolt-action da tiro
Calibro: .22 long rifle Funzionamento: a ripetizione manuale, con otturatore girevole scorrevole
Canna: 560 mm, rigatura a sei principi con andamento destrorso e passo di 1:16,5”; 15,2 mm il diametro della volata
Chiusura: otturatore a due tenoni che si innestano direttamente nella canna
Percussione: percussore lanciato
Alimentazione: serbatoio amovibile monofilare da cinque colpi
Estrattore: a unghia in testa all’otturatore
Espulsore: portato, automatico
Congegni di puntamento: predisposizione per il montaggio dell’ottica con slitta di undici millimetri
Scatto: diretto in unico tempo, con peso compreso tra 1.000 e 2.000 grammi
Sicure: a cursore (posizioni bianco e rosso) che blocca scatto e otturatore, sul lato destro del castello
Calcio: legno rifinito a olio
Peso rilevato: 2.638 grammi
Lunghezza totale: 1.010 mm
Materiali: bascula in acciaio, canna in acciaio al carbonio, prodotta con martellatura a freddo
Finitura: parti metalliche brunite nere
Numero di catalogo nazionale: 15.980 (arma qualificata sportiva)
Prezzo: 1.229 euro, Iva incluso (listino prezzi Beretta del 2008); 969 euro, Iva inclusa, la versione Synthetic; 509 euro, Iva inclusa, il cannocchiale Burris Compact 3-9×32 con i codici di colore diverso