Prospettive legislative. La riforma legislativa in materia faunistico-venatoria è un problema ormai annoso e l’attuale difficile situazione economico-sociale e politica del Paese non ci aiuta di certo.
Coerentemente con quanto da sempre sostenuto, ribadisco che la nostra posizione non è mutata: abbiamo condiviso con gran parte del mondo venatorio italiano una posizione ben precisa e continuiamo a difenderla perché, senza estremismi ingiustificabili, si limita ad evidenziare la necessità di alcune modifiche alla L. n. 157/92 per adeguarla alle reali esigenze dei cacciatori italiani nel pieno rispetto di tutte le direttive europee. E tutto senza stravolgere le linee guida della Carta europea della caccia sostenibile approvata dal Consiglio d’Europa nel 2008 e soprattutto dando corretta applicazione e recepimento, anche nel nostro Paese, alla Guida interpretativa della Direttiva Uccelli.
Noi chiediamo solo di basarsi su aspetti scientifici e giuridici prendendoli per come sono. Non ci devono essere spazi per mediazioni, di nessun tipo. Non si può essere “europeisti” a singhiozzo e invocare il rispetto delle norme europee solo quando vanno in senso restrittivo.
Problemi sul tappeto. Siamo alle prese con una fase di recrudescenza del più bieco animal-ambientalismo che, al contrario del mondo venatorio, riesce a fare sistema e a organizzarsi in modo unitario.
Siamo sottoposti ad attacchi mirati, sul piano giuridico, operati soprattutto con una infinità di ricorsi ai Tar che mettono in discussione questioni che, invece, dovrebbero essere consolidate da tempo come i calendari venatori, le deroghe, la cattura dei richiami vivi.
L’AnuuMigratoristi si è impegnata, tra le altre cose, nell’ambito del Coordinamento con le Associazioni aderenti a Face Italia, per cercare di prevenire il più possibile questi problemi e quindi offrire maggiori certezze, dando un contributo sul piano giuridico e tecnico-scientifico alle Regioni per arrivare a calendari ineccepibili.
Abbiamo contribuito a portare precise proposte al così detto “Tavolo delle Regioni” sui calendari, abbiamo rappresentato il Coordinamento di Face Italia al Tavolo costituito dal Mipaaf per un confronto con l’Ispra, con il ministero dell’Ambiente e con gli ambientalisti, abbiamo fornito a ogni livello istituzionale documentazione tecnica e giuridica, ci siamo costituiti legalmente a fianco di molte Amministrazioni regionali in difesa dei provvedimenti legislativi o amministrativi assunti su calendari, deroghe e catture richiami.
Si è attivato, nell’ambito dello stesso Coordinamento di face Italia, un prezioso gruppo di lavoro per affrontare e approfondire i necessari aspetti tecnico-scientifici e si stanno intensamente ricercando i giusti equilibri e la necessaria reciproca considerazione con chi è poi istituzionalmente chiamato a esprimere pareri ufficiali in proposito.
Ecco, noi dell’AnuuMigratoristi vorremo che con la prossima stagione di caccia si inauguri anche l’avvio di una nuova stagione: quella della certezza dei nostri diritti.
Non è accettabile che ogni volta che si adotta un provvedimento amministrativo, soprattutto in materia faunistico-venatoria, l’ultima parola sia dei tribunali. Ciò che fa una Regione o una Provincia non deve correre immotivati rischi di legittimità: se si fa è perché si può. Se non si può, non deve essere fatto.
È assolutamente necessario rivedere le regole, cambiare le procedure di approvazione, evitare sospensive deleterie al cui danno segue spesso la beffa di vedersi riconosciute le ragioni nel merito quando ormai i buoi sono scappati dalla stalla.
Ma bisogna soprattutto evitare che chi presenta ricorsi strumentali lo faccia facendo pagare i relativi costi alla società di cui facciamo parte anche noi cittadini cacciatori. Per questi motivi siamo anche tornati recentemente alla carica chiedendo al Governo dei provvedimenti che obblighino anche gli anticaccia a pagare di tasca loro i ricorsi e che poi, in caso di sconfitta, li obblighino a risarcire i soggetti che hanno deliberatamente danneggiato.
La vicenda deroghe. Non è questa la sede per entrare nei complessi tecnicismi scientifici e giuridici che riguardano la vicenda deroghe, ma mi limito a ribadire quello che abbiamo recentemente chiesto insieme alle altre Associazioni aderenti al Coordinamento di Face Italia dopo l’inqualificabile vicenda relativa alla lettera che il Commissario all’Ambiente Ue, Janez Poto?nik, basandosi unicamente su un incontro con i rappresentanti italiani di alcune Ong ambientaliste, senza alcuna acquisizione di ulteriori posizioni, ha inviato al nostro Governo traendo delle conclusioni che non rispondono a una corretta, serena e imparziale applicazione della Direttiva come avviene, invece, negli altri Stati dell’Ue.
Non è ammissibile un simile comportamento discriminante all’interno dell’Unione europea basato solo su interpretazioni strumentali e ignorando la giurisprudenza della Corte di Giustizia. Noi chiediamo unicamente che cessi il clima di confusione giuridica artatamente prodotta e alimentata dagli uffici contrari a priori a legittime opportunità concesse, invece, in tutti i Paesi europei nel rispetto delle loro tradizioni e necessità.
È ora che ciò diventi normalità anche in Italia e, a tal fine, chiediamo che le competenti istituzioni del nostro Paese – Stato e Regioni – facciano sino in fondo la loro parte adottando gli atti necessari, correggendo le norme che devono essere corrette, ma soprattutto che facciano sentire forte la loro voce in Europa dimostrando che anche in campo faunistico – venatorio il nostro Paese pretende rispetto e regole comuni difendendo con forza le nostre tradizioni venatorie pur nell’assoluta osservanza delle direttive comunitarie in materia.
Immagine e promozione. L’intero mondo venatorio italiano, a torto o a ragione, ha purtroppo perso quasi completamente il suo collegamento con la società e siccome una cultura vive solo quando invece ha la capacità di mantenere questo collegamento, è proprio il mondo venatorio che deve assolutamente impegnarsi per ripristinarlo perché, finché non ci riuscirà, ci piaccia o no, ogni giorno perderemo inevitabilmente qualcosa.
La caccia in Italia è sempre presentata come problema e mai come opportunità e risorsa come invece è nei fatti. Persino le vicende tecnico-legislative sono state stravolte da una artata disinformazione, senza che ai diretti interessati sia stata offerta la possibilità di controbattere adeguatamente, utilizzando gli stessi spazi sui media, e quindi dimostrare l’oggettiva verità che è ben lungi dall’essere quella rappresentata all’opinione pubblica.
È evidente il peso della disinformazione spacciata in tutti questi anni e delle tante falsità e strumentalizzazioni di cui è stato vittima il mondo venatorio italiano, la cui grande sfida, oggi, è quella di invertire la tendenza, riuscire a fare corretta informazione.
I media nazionali devono cogliere, finalmente, la disponibilità del mondo venatorio ad offrire i termini ed i riferimenti per una corretta informazione che è un diritto per i cittadini e dovrebbe essere un dovere per chi fa della comunicazione un mestiere.
Non basta e non serve, però, solo pretendere certezze e rispetto, ma si deve dimostrare di meritarli, di essere seri, credibili e autorevoli: il nostro mondo deve iniziare percorso di “rigenerazione” per arrivare all’obiettivo di rilegittimare la caccia e i cacciatori nella società di oggi. Ma questa rigenerazione dobbiamo volerla, cercarla con senso di responsabilità, etica, coraggio, determinazione, capacità propositiva e progettuale, ricercando le giuste alleanze e investendo in particolare in comunicazione e ricerca scientifica.
E, soprattutto, dobbiamo finalmente renderci conto del fatto che, per raggiungere questi obiettivi, non possiamo più essere così divisi. Il pensiero dell’AnuuMigratoristi in proposito è già ben noto e quest’anno abbiamo realizzato un importante accordo con il Cpa che ha aderito alla nostra Associazione.
La nostra Associazione è fortemente impegnata a favorire una vera unità del mondo venatorio italiano, necessaria per garantirci un futuro di certezze e opportunità ma, soprattutto, di considerazione e rispetto da parte delle Istituzioni e di tutta la società.
L’AnuuMigratoristi è sempre aperta a ulteriori e ben più impegnativi passi per arrivare, insieme a tutte le Associazioni che lo vorranno, a costruire una nuova e unica casa comune di tutti i cacciatori italiani dove concentrare le nostre energie, risorse umane e finanziarie, non per diventare più forti e così pretendere ciò che riteniamo ci spetti di diritto, ma per poter dimostrare con i fatti di essere una grande risorsa per l’intera società e che quindi noi e la nostra grande passione meritiamo davvero un futuro di considerazione, dignità e certezze.
Consistenza associativa. L’AnuuMigratoristi ha un trend di continua crescita nonostante i ben noti problemi che affliggono la caccia in Italia e che mi risulti ciò è in netta controtendenza rispetto a quanto avviene nelle altre Associazioni.
Mi fa piacere pensare che questo fenomeno sia riconducibile a un apprezzamento del nostro modo di operare in favore della caccia e dei cacciatori, senza distinzioni e senza combattere inutili e intestine “guerre per le tessere”, nonché dell’affidabilità tecnica di tutti i nostri Dirigenti che hanno fatto del volontariato per la passione della caccia la loro missione in favore pure dell’immagine del nostro Paese nel mondo e in Europa, dove l’AnuuMigratoristi ha sempre svolto un ruolo di riferimento ed è molto conosciuta e apprezzata.
Noi preferiamo lavorare e sempre cercando la massima unità di intenti con le altre Associazioni ed in particolare con quelle che con noi aderiscono al Coordinamento di Face Italia. Ma, riprendendo quanto già detto in precedenza, per noi le Associazioni – compresa la nostra – non sono il fine per cui si deve combattere ma solo i mezzi, gli strumenti per farlo. E siccome divisi non si può continuare, occorre necessariamente sapersi mettere tutti in discussione per garantire ai cacciatori italiani di avere presto un unico, nuovo e efficiente strumento per tutelare e valorizzare sempre meglio la nostra grande passione comune: la caccia.