Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dai titolari delle aziende coinvolte nel sequestro delle armi per uso scenico da parte della questura di Roma, che aveva lo scopo di sospendere il provvedimento di revoca delle licenze professionali.
L'associazione di categoria Aiat-Sfx stigmatizza quanto accaduto, sottolineando "l’assurdità e la superficialità di tale decisione, che non ha tenuto in alcun conto che si è arrivati a questo punto per dei provvedimenti giudiziari nati dal nulla, stante la perdurante assenza di una regolamentazione delle armi per uso scenico sparanti a salve. Analoga situazione che ha già prodotto un lungo, faticoso, costoso e inutile procedimento giudiziario nato nel 1995 e finito a novembre del 2010 con l’assoluzione delle persone coinvolte. Si ripropone, quindi, uno scenario che dopo i recenti incontri con il Ministero dell’Interno ritenevamo ormai alle spalle. In qualsiasi momento, infatti, qualunque operatore del settore, nell’ambito delle armi per uso scenico, potrebbe trovarsi coinvolto in indagini a seguito delle quali, in dispregio del principio d’innocenza sino a condanna definitiva, potrebbe perdere i requisiti ritenuti necessari dall’Autorità di P.S. per poter proseguire a svolgere il proprio lavoro. È bene peraltro sottolineare che la vicenda in corso sta riguardato tutti i titolari di licenza di detenzione di armi per uso scenico e che, al momento, per tutti questi “considerati” pericolosi soggetti per l’incolumità pubblica, vigono provvedimenti amministrativi che ancora non consentono la ripresa delle attività. Siamo di fronte ad una vera e propria situazione d’allarme, non solo per gli addetti, ma per tutto il settore cinematografico, perché quello che sta succedendo in questi giorni, oltre ai disagi già provocati, potrebbe riproporsi in qualsiasi momento e nessuna produzione può sentirsi al riparo dal dover fare i conti con un sistema di regole non scritte che potrebbe mettere in serio pericolo dal più piccolo al più impegnativo degli investimenti economici".