La decima commissione del Senato ha cominciato l'esame per la conversione del decreto legge n. 91 e, per quanto più ci riguarda, del famigerato articolo 16, che si occupa dei richiami vivi e dei caricatori delle carabine semiauto a caccia. Dall'elenco degli emendamenti presentati, risulta di tutto e di più: dalla proposta di abolizione dell'intero articolo 16, al divieto totale dell'utilizzo dei richiami vivi, proposto a quanto pare dal Movimento 5 stelle e, più in generale, dall'area più animal-integralista. Ancora una volta, pare proprio che a "ispirare" le leggi della nostra Repubblica non siano criteri di razionalità e opportunità, ma umori del momento e rancori personali. L'elenco completo degli emendamenti all'articolo 16 lo trovate QUI.
Sulla delicata questione è intervenuta anche la Confavi, che ai deputati e ai senatori che dovranno occuparsi della conversione in legge del decreto ha inviato una lettera aperta, nella quale chiarisce che "Riteniamo del tutto incomprensibili le ragioni che possono aver spinto il Governo ad emanare il sopracitato Decreto legge, dal momento che non si ravvisa alcuna spiegazione logica che possa giustificare tale decisione. Non si può certo motivare l'emanazione del Decreto legge n. 91/2014 con la procedura di infrazione attivata dalla Commissione europea a seguito di una denuncia presentata da alcune associazioni animal-ambientaliste italiane. In effetti la Commissione europea, con la messa in mora dell'Italia, ha chiamato il Governo a chiarire in particolar modo due aspetti evidenziati nella denuncia delle associazioni animal-ambientaliste. La Commissione europea ha chiesto all'Italia di chiarire se sia vero o meno che nel nostro Paese sia ancora consentita l'uccellagione e cioè la caccia con le reti, pratica esplicitamente vietata dalla Direttiva 2009/147/CE. La Commissione europea ha altresì chiesto all'Italia di chiarire se gli impianti di cattura in Italia vengano o meno tenuti in funzione sia di giorno che di notte, favorendo così la cattura involontaria di uccelli particolarmente protetti come ad esempio i rapaci notturni. Nei sessanta giorni successivi alla messa in mora dell'Italia da parte della Commissione europea, il Governo dovrebbe chiarire che in Italia l'uccellagione (ovvero la caccia con le reti ) è stata abolita da alcuni decenni e che gli impianti di cattura previsti dalla legge statale 157/92 vengono gestiti dalle province utilizzando personale valutato idoneo dall'ISPRA. A detto personale viene data esplicita e formale disposizione di raccogliere le reti prima di abbandonare l'impianto di cattura, precauzione appositamente utilizzata per impedire la cattura accidentale ed involontaria di animali selvatici". Per leggere l'intero documento della Confavi, clicca sull'allegato.