Con i soppressori di suono Slx e Slh, Sig Sauer porta sul mercato civile (statunitense, quantomeno, stanti i divieti per gli appassionati italiani) una nuova generazione di strumenti, sviluppata originariamente per il concorso militare Ngsw (Next generation squad weapon) per l’esercito americano, così come avvenuto anche per l’innovativo calibro .277 Fury, derivato dal 6,8 mm Hybrid camerato dalle armi Sig Sauer per il concorso Ngsw.
Grazie al ricorso alla tecnologia Dmls (direct metal laser sintering), una sinterizzazione tramite laser, è stato possibile dotare questi soppressori di una struttura interna estremamente più avanzata rispetto ai canonici baffle saldati, che storicamente presentano limiti intrinseci per quanto riguarda la riduzione del rumore, il flash e la riduzione dei fumi di sparo. I soppressori Slx sono destinati alle armi in 5,56×45 e 7,62×51 mm e hanno nucleo monolitico in Inconel con un percorso interno multi-flusso che consente lo scarico dei gas molto più velocemente, con conseguente minore inalazione di fumi tossici da parte del tiratore. Questi soppressori sono dotati di una interfaccia di montaggio rapida Clutch-lock Qd per una facile installazione e rimozione, oppure la classica filettatura. Per il 5,56 mm il soppressore ha una lunghezza di 133 mm e un peso di 250 grammi, per il 7,62×51 la lunghezza è di 190 mm e il peso di 550 grammi.
La serie Slh è invece destinata alle armi in .300 Blk e 7,62×51, sia con munizioni subsoniche sia supersoniche, con nucleo interno in Inconel o titanio. Le dimensioni esterne sono le medesime della serie Slx, per il .300 Blk (affine dimensionalmente alla versione per 5,56 mm) è previsto tuttavia un peso di 357 grammi.