Smith & Wesson 952 calibro 9×21

Vai alla galleria delle fotoIl modello 39 della Smith & Wesson ha dato inizio alla prima generazione di moderne pistole semiautomatiche a percussione centrale della Casa di Springfield. Si trattava di una monofilare in Doppia azione in 9 mm con caricatore monofilare di 8 colpi, entrata in produzione nel novembre del 1954 insieme al modello 44 in sola Singola azione (uscito di produzione, quest’ultimo, l’anno successivo). Dal modello 39 è stato svilup… [

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] Il modello 39 della Smith & Wesson ha dato inizio alla prima generazione di moderne pistole semiautomatiche a percussione centrale della Casa di Springfield. Si trattava di una monofilare in Doppia azione in 9 mm con caricatore monofilare di 8 colpi, entrata in produzione nel novembre del 1954 insieme al modello 44 in sola Singola azione (uscito di produzione, quest’ ultimo, l’anno successivo). Dal modello 39 è stato sviluppato un modello agonistico in calibro .38 special wad cutter, che ha segnato un’epoca nel tiro di precisione e nelle gare di Pistola di grosso calibro: il modello 52. Nato nel 1961 e uscito di produzione nel 1994, questo modello permetteva di alimentare e sparare le “difficili” cartucce .38 special wad cutter, grazie all’ eccellente realizzazione dei caricatori e a una meccanica impeccabile, che hanno fatto diventare questo esemplare uno dei più apprezzati del secolo scorso. Proprio dalle ceneri di questa prestigiosa realizzazione il Performance center, grazie anche alle pressioni degli appassionati, ha iniziato a produrre, con il nuovo millennio, il modello 952 in 9 mm parabellum (cioé 9×21, come al solito, per il mercato italiano). Si tratta di una monofilare in Singola azione, concepita per il Tiro di precisione. Monta una tacca di mira regolabile della Lpa di Gardone Val Trompia (Bs) e un mirino inserito a coda di rondine. Questo è uno dei cambiamenti più evidenti rispetto alla vecchia 52, che montava un ampio mirino fisso e una tacca più corta e alta. La tacca di mira Lpa è eccezionale e la scelta è indovinata: la dimensione delle viti, la zigrinatura orizzontale della foglia e il taglio perfetto del profilo, ne fanno una delle più apprezzate tacche di mira per armi sportive. Il carrello, in acciaio inox, è stato un po’ ammodernato nella sua linea e presenta piani sfaccettati e alleggerimenti, un trattamento lucido nella parte inferiore e una satinatura antiriflesso nella parte superiore. Gli intagli per la presa del carrello sono rimasti invariati, sia nel numero sia nell’inclinazione. L’estrattore nero spicca nell’acciaio inox, così come l’ampia nicchia ricavata per la spina passante che lo trattiene. Il vecchio bushing a ghiera del modello 52 è stato sostituito con un Briley sferico (anello di ottone) che azzera le tolleranze, al punto da rendere difficoltoso l’inserimento manuale della canna. Per questa operazione si deve avere pazienza e non si deve per nessuna ragione forzare, trovando invece l’inclinazione giusta del bushing finché la canna scivola dentro da sola. Il sistema di chiusura è a corto rinculo di canna con il classico sistema Browning modificato. La canna ha un solo risalto per il vincolo con il carrello, come per il modello 52. Nella parte inferiore della camera di cartuccia è presente uno zoccolo con i piani inclinati per il disimpegno del vincolo con il carrello, dopo che le pressioni in canna sono scese a livello di sicurezza. La rampa di alimentazione della canna è molto lunga e presenta una lavorazione impeccabile. I livelli qualitativi di finitura sono molto elevati, al punto che anche le parti interne del carrello sono finemente lucidate. Nella parte superiore della canna è stato praticato un foro che funge da avvisatore di colpo in canna. Oltre al lucchetto esterno master lock ormai di serie, la Smith & Wesson ha mantenuto la sicura al caricatore, come per tutte le semiauto di prima e seconda generazione. Sul lato sinistro del carrello c’è la vistosa sicura manuale, che non funge da abbatticane come per i modelli più tattici destinati alla polizia e non blocca il grilletto, dando la possibilità di scattare in bianco. La novità di questo modello è l’ inserimento di una sicura dorsale che, però, non agisce sullo scatto, ma sulla sicura al percussore, definita Swartz safety perché ideata da William L. Swartz nel 1937 e ripresa nella serie 2 delle Kimber. Se non si preme la lunga leva dorsale dell’impugnatura, si può premere comunque il grilletto e far abbattere il cane, ma il percussore rimane fermo nella sua sede e non c’è partenza del colpo. Il gioco di questa sicura è comunque minimo ed è regolabile grazie a un grano posto sotto l’elsa, bloccato con liquido frenafiletti. Avvitando il grano si può arrivare a escludere questo gioco, eliminando così la pressione posteriore dell’impugnatura che, anche se leggera, non è certo ottimale per il tiro di precisione. La sicura dorsale è in alluminio di colore nero, liscia nella parte superiore e zigrinata nella parte arrotondata. Fa perno su una grossa spina passante che, una volta tolta, dà accesso alla molla del cane. Con esclusione di questo elemento d’alluminio, il fusto è tutto in acciaio, anch’ esso appena ritoccato rispetto al modello 52, con un profilo più moderno e aggressivo nella parte anteriore. La zigrinatura dell’impugnatura è rimasta invariata, anche se leggermente allungata, con sottili linee verticali. Le guancette di legno sono avvitate nelle boccole filettate del telaio, tradizione mantenuta nel tempo. Il grilletto è liscio (non zigrinato, come nel vecchio modello 52) e ha il grosso vantaggio di avere le regolazioni della sua corsa all’interno del fusto. Un piccolo grano anteriore dà la possibilità di regolare il retroscatto, mentre una vite tipo Allen consente la regolazione della precorsa. Lo scatto è degno della precedente serie: non leggerissimo (1.600 grammi circa), ma veramente netto. Il cane presenta una cresta ridotta (spurred hammer) ma con quattro profondi intagli per il facile armamento manuale. Il pulsante di sgancio del caricatore è avvitato e presenta una zigrinatura a quadretti interrotta dal taglio centrale per il cacciavite. Premendo il pulsante, il caricatore viene letteralmente lanciato fuori: è in acciaio inox, con un elevatore in plastica e un piccolo pad nero. I fori contacolpi sono ampi e, su entrambi i lati, c’è il numero corrispondente di cartucce residue. Unica imperfezione di tutta la pistola è il pad, che è un po’ troppo corto e fa intravedere un po’ di caricatore, interrompendo la continuità della linea. Le prove a fuoco sono risultate all’altezza delle aspettative. La 952 ha funzionato bene con tutte le ricariche, da quelle più deboli a quelle un po’ più energiche. La risposta dell’arma è buona e, grazie anche al peso complessivo non bassissimo (1.136 grammi con caricatore vuoto inserito) la risposta è in linea con altre pistole dello stesso calibro. Si tratta di un più che domabile 9×21 con energie che mediamente, nei test effettuati, si posizionano tra i 40 e i 50 kgm. Abbiamo provato l’arma in tiro meditato a due mani, senza appoggio, alla distanza di 25 metri e le rosate realizzate sono molto valide. La migliore è stata quella ottenuta con palle Geco Jsp di 123 grs e 4,9 grs di Rex gialla, innesco Cci, bossolo Mfs, altezza totale 28,8 mm. La 952 ha alimentato bene anche queste cartucce dalla palla non facilmente digeribile da una buona parte delle pistole. Un punto debole si è rivelato la sicura dorsale che, durante le prove di tiro mirato, per una pressione non esercitata a fondo, non ha interagito con la sicura al percussore. In effetti sull’innesco non c’era il minimo segno di percussione, quindi la sicura dorsale ha agito, se così si può dire, come una sicura abbatticane. Nelle prove in velocità l’arma si è comportata altrettanto bene, senza problemi di alimentazione ed espulsione dei 9 colpi contenuti nel caricatore. L’unico inceppamento siè verificato quando abbiamo messo i 9 colpi nel caricatore più uno in canna: sparato il primo colpo, il bossolo spento è stato frenato nell’ uscita dalla prima cartuccia del caricatore, bloccandosi nella finestra di espulsione. La causa è sicuramente da ricercare nella molla del caricatore che, nuova e piuttosto robusta, consente a malapena di inserire la nona cartuccia, azzerando la sua elasticità. L’arma fortunatamente è catalogata sportiva prezzo, anche se non è alla portata tutti, è comunque in linea con l’elevata qualità del prodotto offerto. [

] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di agosto 2005. [

] Produttore: Smith & Wesson, Performance Center 2100 Roosvelt, Po box 2208,Springfield, Ma 01102-2208, Usa, tel. 00.14.13.78.18.300, fax 00.14.13.74.73.317, www.smith-wesson.com Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 04.71.80.30.00, fax 04.71.81.08.99, www.bignami.it, email@bignami.it Modello: 952-3 Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9×21 Impiego specifico: tiro sportivo, Idpa Numero colpi: 9+1 Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna Scatto: Singola azione Percussione: indiretta mediante cane esterno e percussore inerziale Sicura: manuale sul carrello, automatica all’impugnatura in posizione dorsale che blocca il percussore, automatica al caricatore Lunghezza canna: 127 mm Mire: tacca Lpa regolabile in elevazione e derivazione, mirino innestato a coda di rondine Materiali: acciaio inox, sicura dorsale in alluminio, guancette in legno Finiture: fusto e parte inferiore del carrello lucidi, parte superiore anteriore del carrello satinata; sicura dorsale, sicura al carrello, mire, grilletto, hold open e cane di colore nero opaco Peso: 1.136 g con caricatore vuoto inserito Numero del Catalogo nazionale: 15.251, arma sportiva Prezzo: 2.050 euro, Iva inclusa