A parte l’umorismo, in questi giorni durante il salone dell’Ausa – Association of the United States Army, l’Aci – Army cyber institute di West Point ha dimostrato le capacità di “abbattimento” di un piccolo quadricottero Parrot, utilizzando un “Cyber capability rifle” all’interno del proprio stand.
Si tratta di un modello autocostruito sperimentale, realizzato però in sole in tre ore e a un costo di 150 dollari: è un semplice dimostratore del principio e la forma, volutamente nelle sembianze di un fucile, serve più che altro ad attirare l’attenzione. L’Aci infatti, cerca l’interessamento e un eventuale finanziamento (a basso costo…viste le premesse) da parte dell’Us Army per sviluppare ulteriormente il Cyber capability rifle che in futuro, è destinato ad integrarsi come sistema “add on” direttamente sul fucile d’ordinanza. Non solo… durante la dimostrazione ha esibito anche la capacità di spegnere la luce ed aprire la porta, di un piccolo bunker con accessi automatizzati tramite telecomando.
Durante l’ultimo salone londinese di Dsei (e si darà conto di questo nel prossimo reportage di Armi e Tiro), sono apparsi i primi sistemi anti mini/micro-Uav ma, di dimensioni, prestazioni e costi proporzionali: questa soluzione viceversa, darebbe al soldato per esempio di guardia ad installazioni sensibili ma non ancora coperte da tali sistemi, l’opportunità di difesa contro i micro-Uav con azione diretta e, ad una frazione del costo. Teniamo presente che il Cyber capability rifle, sarebbe anche di grande utilità per la protezione ravvicina di autorità od eventi particolari, nelle mani ad esempio del Secret Service od altri enti con analoghi compiti di scorta e protezione dinamica.