Da lunedì 2 luglio, i delegati di tutto il mondo sono riuniti a New York per l'inizio dei negoziati in sede Onu sul primo trattato vincolante sul mercato mondiale delle armi, valutato oltre 60 miliardi di dollari l'anno.
I sostenitori del controllo sulle armi affermano che ogni minuto una persona muore a causa della violenza armata nel mondo e che serve una convenzione per impedire il commercio illecito di armi in zone di conflitto, che oggi alimentano guerre e atrocità. La maggior parte degli Stati sono a favore di un trattato forte. Se la tendenza che si affermerà sarà questa, tutti i firmatari saranno obbligati a far rispettare ai fabbricanti di armi il trattato e dovranno assumere iniziative per impedire che "venditori canaglia" operino nei loro confini.
Non ci sono, però, garanzie che il negoziato, che terminerà il 27 luglio, produrrà un trattato. A febbraio, i colloqui preparatori sulle regole di base si sono interrotti per disaccordi su questioni procedurali e altri temi. Gli Usa e altri Stati sono riusciti a ottenere che il trattato debba essere approvato all'unanimità, il che significa che qualsiasi Paese potrebbe porre il veto.