La gestione dei depositi militari di armi leggere dell’esercito statunitense potrebbe, probabilmente, essere migliore di così: lo dimostra l’ennesimo furto di armi avvenuto, questa volta, nella base di Fort Moore, in Georgia. A mancare all’appello sono ben 31 pistole M17 (versione militare della Sig Sauer P320), che si presume siano “scomparse” tra il mese di marzo e il mese di maggio. La divisione di investigazione criminale dell’esercito statunitense offre una ricompensa fino a 5 mila dollari per chi fornirà informazioni utili al loro ritrovamento. Le autorità militari hanno dichiarato, sul punto, di essere “consapevoli” dell’accaduto, che resta sotto investigazione.
Quello di Fort Moore non è di certo un caso isolato: una indagine condotta dalla Associated press nel 2021 aveva svelato infatti che nel corso del decennio precedente almeno 1.900 armi militari erano scomparse dai depositi e alcune di essere erano “riapparse” nelle mani di criminali in tutti gli Stati Uniti. Si tratta di numeri particolarmente gravi, in quanto le armi in questione non sono state smarrite o perse o rubate in zona di guerra o comunque nell’ambito di operazioni all’estero. Secondo il rapporto dell’Associated press, le armi sono state banalmente rubate dai depositi, da bordo delle navi o dai poligoni militari, a causa di “porte non chiuse a chiave, truppe dormienti, sistemi di sorveglianza che non hanno registrato nulla, falle nella sicurezza finora mai riportate”.
Se rubare una pistola, tutto sommato piccola e relativamente occultabile, può apparire semplice anche ai profani, desta un certo sconcerto sapere che dalla base di Fort Irwin, in California, sia scomparsa una mitragliatrice media M240B nel 2022 e che nello stesso anno, dalla base di Lewis-McChord, nello Stato di Washington, ha preso il volo addirittura una mitragliatrice pesante calibro .50.