] Vai alla galleria delle foto [
] La Steyr 1911, Steyr “hahn” confidenzialmente, fu adottata nel 1912 dall’ esercito austroungarico, seguendo di pochi anni l’adozione della Roth Steyr 1907. Mentre, però, quest’ultima era stata sviluppata in funzione delle esigenze della cavalleria, la Steyr hahn era progettata per un utilizzo militare più generale. Tozza e massiccia, utilizza una munizione di buona potenza, paragonabile al 9 mm parabellum tedesco. Sebbene fosse concettualmente superata già alla fine della grande guerra, rimase in servizio un po’ in tutta Europa fino al 1945. Il progetto si deve all’ingegner Konrad Murgthaler, anche se il disegno risente delle influenze dei grandi progettisti europei: Georg Roth, Ferdinand Mannlicher e Karel Krnka. La pistola Steyr 1912 (o 1911, vedremo quali differenze vi sono tra i due modelli) è una semiautomatica a corto rinculo con canna rototraslante. La canna è vincolata al carrello per mezzo di due risalti superiori che si inseriscono entro altrettante sedi nel cielo del carrello. All’atto dello sparo, quindi, le due componenti rinculano unite per un breve tratto. Nel frattempo, un risalto inferiore a profilo elicoidale sulla canna contrasta con una sede nel fusto, obbligando la canna a ruotare sul proprio asse longitudinale. La rotazione fa sì che, dopo una corsa di 8 mm circa, i risalti superiori escano dalle sedi nel carrello. La canna, quindi, si arresta e il carrello prosegue la sua corsa retrograda, estraendo ed espellendo il bossolo sparato. La distensione della molla di recupero riporta in avanti il complesso, che preleva una cartuccia dal caricatore, la inserisce in canna e, riportando in avanti quest’ultima, ripristina il bloccaggio originale. La percussione è data da un cane esterno, che ha condizionato il nomignolo con il quale è nota la Steyr 1912 (detta appunto “Steyr hahn”, cane in tedesco). Caso abbastanza peculiare nell’ambito delle pistole semiautomatiche, la molla cinetica del cane è a lamina e non a spirale. Il tappo inferiore del serbatoio, infatti, ha un’appendice posteriore alla quale sono fissate tre molle a lamina: una è la molla principale del cane, l’altra funge da dente di scatto e la terza fornisce la spinta al disconnettore. Sull’ estremità superiore di quest’ultimo è fissato l’espulsore. L’alimentazione è fornita da un serbatoio fisso monofilare, della capacità di 8 cartucce. Queste ultime sono trattenute in sede da un dente elastico sul lato sinistro. Quando il carrello è bloccato in apertura (utilizzando la leva della sicura), si può azionare il nottolino presente sul lato sinistro del fusto per abbassare il dente elastico di ritegno delle cartucce scaricando, così il serbatoio senza dover camerare le cartucce. Quando il serbatoio non ha più cartucce, l’ elevatore contrasta con il carrello, bloccandolo in apertura. A questo punto, si innesta una piastrina di caricamento sull’apposita guida nella parte superiore del carrello e si spingono nel serbatoio le cartucce con il pollice. Estraendo la piastrina, l’otturatore scatta in avanti prelevando la prima cartuccia e inserendola in camera. Questo sistema di alimentazione era particolarmente caro agli austroungarici perché si temeva che un tradizionale caricatore estraibile potesse essere smarrito nel corso dell’azione, mentre con un caricatore fisso non c’era questo rischio. Per contro, la ricarica è molto più lenta e rimediare a un inceppamento è assai difficile. La sicura è a leva, posta sul lato sinistro del fusto. A cane armato blocca lo scatto e impedisce lo sparo. La leva può essere inserita anche a cane abbattuto, in tal caso causa l’arretramento del cane di circa 1 mm e impedisce, quindi, il contatto diretto con il percussore, limitando i rischi di sparo accidentale in caso di caduta. Lo scatto è in sola Singola azione e il cane è sprovvisto di monta di sicurezza. Lo smontaggio non è particolarmente difficile: dopo essersi accertati che l’arma è scarica, si sfila il chiavistello posto nella parte anteriore del carrello, si arma il cane e si arretra l’otturatore fino a fondo corsa, sollevandolo nella parte posteriore e riaccompagnandolo in avanti. Le fonti specializzate fanno spesso confusione tra il modello 1911 e il modello 1912, considerandoli pressoché equivalenti. In realtà esistono differenze sostanziali, seppur minime. Il modello “originale” 1911 ha mirino fisso a lama e tacca di mira fissa. Alcuni esemplari hanno sempre il mirino fisso ma la tacca di mira reca una foglietta innestata a coda di rondine e regolabile in derivazione. Sul carrello, lato sinistro, è presente la scritta “OESTERR. WAFFENFABRIK STEYR M.1911 9 m/m” (primi esemplari commerciali), oppure “STEYR 1912 MOD.1911”. Alcuni esemplari (talvolta indicati come modello 1910) hanno l’ area di rinforzo intorno al chiavistello di bloccaggio del carrello di maggiori dimensioni. Il modello 1912 è dotato di tacca di mira fissa, ma ha il mirino innestato a coda di rondine. Di quest’arma furono sviluppate alcune versioni particolari, rare e difficili a incontrarsi. La prima fu adottata dagli osservatori aerei austroungarici nel 1914 e di diverso rispetto agli esemplari militari austriaci ha solo il serbatoio, prolungato per contenere 16 colpi. Nel 1916, fu prodotta in piccola scala una variante di quest’arma che, oltre al serbatoio maggiorato, ha un selettore sul lato destro del castello per il tiro a raffica. Quest’arma è anche nota come M1912/P16 Schnellfeuer. La marina asburgica, invece, nel 1915 adottò una versione della Steyr 1912 con alzo regolabile da 20 a 125 metri, canna di 165 mm e attacco per il calciolo. La produzione di questo modello fu, a quanto pare, di 1.200 esemplari. In origine, la Steyr per la marina era dotata di una canna lunga 180 mm, ma la lunghezza fu in seguito ridotta sia per limitare l’ingombro, sia perché il funzionamento era irregolare. La fornitura principale di armi fu, naturalmente, per conto delle forze armate dell’impero austroungarico. Gli esemplari militari hanno, generalmente, una matricola di 4 cifre più una lettera. La matricola è stampigliata sul lato sinistro del fusto, sopra il grilletto, sul lato sinistro del carrello e sulla canna (talvolta senza il suffisso letterale). In alcuni esemplari, il numero di matricola è riportato anche sull’estremità inferiore dell’impugnatura. Sul lato sinistro del carrello è anche presente la scritta “STEYR 19xx” con l’anno di produzione. Sul lato destro del fusto, sopra il grilletto, si trova invece il punzone di accettazione militare, con le lettere “Wn”, l’aquila bicipite e le ultime due cifre dell’anno di accettazione. La Steyr hahn, tuttavia, fu messa in produzione per l’esercito austroungarico solo a partire dal 1914. Prima di tale data, furono però soddisfatti due contratti per Paesi esteri, più precisamente il Cile e la Romania. Le armi del contratto cileno sono del modello 1911, quindi con mirino e tacca di mira fissi. Sono riconoscibili per il crest cileno inciso sul lato sinistro del carrello e per la scritta “Ejercito de Chile” sul lato destro. Sempre sul lato sinistro del carrello si trova la scritta “STEYR 1912 MOD. 1911”. Il contratto era per 5 mila pistole, matricolate in modo piuttosto curioso: con matricola di sole cifre da 1 a 1000, poi da 1000A fino a 1999A, da 2000B fino a 2999B, da 3000C fino a 3999C, da 4000D fino a 4999D. Oltre ai marchi indicati, sul carrello e su altre componenti è possibile trovare un marchio rappresentante due martelli incrociati oppure uno scudo. Oltre a queste 5 mila pistole, l’esercito cileno rilevò altre pistole 1912 al termine del conflitto, che quindi hanno i marchi militari austriaci ma, in più, la scritta “Ejercito de Chile” e il crest cileno. Il secondo contratto prebellico fu a favore della Romania: le armi fornite sono del modello 1912 e sul carrello hanno la scritta “Mod. 1912” con la corona romena. Posteriormente, sul lato sinistro del carrello, si trova la scritta “STEYR 19xx” con le date 1912, 1913 o 1914. Sul lato destro del fusto, sopra il grilletto, c’è un altro punzone che rappresenta una fenice. La produzione per la Romania è stimata (ma le cifre non sono definitive) in circa 56 mila esemplari. Circa 6 mila esemplari sono stati modificati nell’ impugnatura per l’installazione di un calciolo. Le armi romene furono in parte riciclate dall’esercito austroungarico nel corso del conflitto. Un terzo Paese straniero ricevette le pistole Steyr, ma durante il conflitto: si tratta della Baviera, che ottenne due commesse, la prima nel 1916 di 10 mila esemplari, la seconda nel 1918 di 6 mila esemplari. Queste armi si riconoscono, oltre ovviamente alla data (1916 o 18), anche perché la matricola non ha suffisso letterale. Alcuni esemplari hanno anche punzoni di accettazione prussiani davanti alla guardia del grilletto o sul lato sinistro del fusto, dietro al grilletto. Con la sconfitta e la conseguente dissoluzione dell’impero austroungarico, la produzione di Steyr Hahn si ridimensionò pesantemente, per arrestarsi quasi del tutto nel 1919. Piccoli quantitativi furono, però, assemblati anche successivamente. Le armi adottate nel periodo tra le due guerre si riconoscono per avere sul lato destro del fusto, sopra il grilletto, il punzone “Hv” con l’ aquila bicipite e le due ultime cifre dell’anno di adozione. Le pistole in dotazione alla polizia, invece, possono avere il punzone “LGK” oppure “SW” impressi sull’anello del correggiolo. Alcune centinaia di pistole furono “ereditate” dalla Cecoslovacchia e, pertanto, oltre ai punzoni di accettazione austroungarici possono avere anche punzoni di accettazione cecoslovacchi (per esempio le lettere “CSR” o lo stemma del leone). L’esercito cecoslovacco pare abbia sviluppato una propria versione a raffica della Steyr 1912, simile al modello M1912/P16 Schnellfeuer. Anche l’esercito italiano ha ricevuto numerose centinaia di Steyr Hahn, ma non risulta che siano stati apposti particolari punzoni di accettazione. L’ultima variante è costituita dalla versione utilizzata dall’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale, dotata di una canna nuova per il 9 mm parabellum. La canna riceveva lo stesso numero di matricola dell’arma sulla quale veniva installata, più un punzone costituito dall’aquila con svastica tedesca. Sul lato sinistro del carrello si trova impresso il punzone “08”, che indica il tipo di munizione utilizzato. Sul lato sinistro del fusto, invece, si trova un punzone di un’aquila con la lettera “N” e un triangolo con un puntino. Dal lato opposto, un’aquila con la lettera “L”. [
] L’articolo completo, con molte più foto e la prova di tiro, lo trovate su Armi e Tiro di agosto 2005. [
] Produttore: Waffenfabrik Steyr Modello: 1911 (1912) Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9 mm Steyr Funzionamento: a corto rinculo con canna rototraslante Alimentazione: serbatoio fisso Numero colpi: 8 Mire: tacca di mira fissa, mirino innestato a coda di rondine Scatto: Singola azione Percussione: cane esterno Sicure: manuale a leva sul fusto Lunghezza canna: 129 mm Lunghezza totale: 216 mm Peso: 955 grammi Numero del Catalogo nazionale: 2.787 (arma comune) Materiali: acciaio al carbonio Finiture: brunitura semiopaca