Sta destando una certa eco, in patria e all’estero, la proposta legislativa di revisione in senso restrittivo della normativa sudafricana in materia di armi. Revisione, ovviamente, in senso restrittivo. L’ultima modifica alla materia risale al 2015. Secondo il progetto presentato pochi giorni fa dal governo, sono previste restrizioni sul numero totale di armi detenibile da parte di cacciatori e tiratori sportivi, così come sul numero di munizioni. Tra gli aspetti più controversi, tuttavia, c’è il fatto che il progetto di legge prevede che chiunque voglia ottenere una licenza per il possesso legale di armi fornisca “una valida ragione per possedere un’arma”, salvo il fatto che la difesa personale non sarà considerata una valida ragione per ottenere la licenza.
La segreteria civile per il servizio di polizia del Sudafrica ha attivato lo scorso 22 maggio sul sito della Gazzetta ufficiale del governo, una consultazione pubblica in merito al provvedimento (aperta fino al prossimo 4 luglio), peraltro nella consultazione è riportato solo un sunto dei contenuti contemplati dal documento, e non il testo integrale. Nel volgere di una settimana, sono già stati raccolti oltre 17 mila commenti.
Un simile provvedimento era già stato proposto nel 2018, ma poi non era approdato in Parlamento. Le motivazioni addotte a giustificazione di questo progetto di legge da parte del ministero della polizia Bheki Cele sono abbastanza surreali: “Il possesso di un’arma può solo aumentare il rateo di vittime, sia per il proprietario sia per tutti gli altri conviventi nell’abitazione. Questo progetto di legge può potenzialmente rappresentare la differenza tra la vita e la morte per centinaia di donne che sono nelle mani dei propri abusatori, tra le mura domestiche”. Non è dello stesso avviso il partito di opposizione Democratic Alliance, che ha commentato: “Se il provvedimento draconiano appoggiato dal ministro Cele entrerà in vigore, sarà una vittoria per i criminali che già hanno una “licenza” per commettere crimini violenti. Rimuoverà l’ultimo ostacolo e l’ultima linea di difesa per milioni di cittadini sudafricani onesti. Il ministro Cele ha manifestato in modo estremamente chiaro il proprio approccio sulla materia in più occasioni: vuole disarmare i cittadini onesti, mentre i suoi stessi operatori di polizia “smarriscono” centinaia di armi ogni anno, che vanno ad alimentare il circuito criminale”.
Il partito ha promosso una petizione contro il provvedimento, che in pochi giorni ha già raccolto 29 mila firme.
Quello della corruzione della polizia è, in particolare, uno dei problemi più evidenti in un Paese come il Sudafrica che, peraltro, si trova al nono posto nella classifica mondiale dei Paesi più pericolosi, relativamente al rischio di omicidio commesso dalla criminalità. Per questo motivo sono in molti a ritenere quantomeno surreale che il governo, invece di intervenire “purificando” le forze di polizia dai loro molti problemi, abbia preso l’iniziativa di disarmare i cittadini onesti.