Come è noto, in Svizzera da qualche tempo si verificano pressioni da parte di gruppi politici volte a limitare il possesso delle armi d’ordinanza da parte dei cittadini ancora in età per il servizio militare. Nella sua ultima assemblea, la commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale ha però giudicato sufficienti le recenti misure prese per evitare l’impiego abusivo di armi d’ordinanza. Con 18 voti contro 8 ha perciò deciso di respingere l’iniziativa popolare “per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi”.
«Molto è stato fatto da quando questo testo è stato presentato», ha dichiarato alla stampa il presidente della commissione Jakob Büchler (Ppd/Sg). Il deputato ha citato la restituzione alle autorità delle munizioni da guerra, la gratuità del deposito del fucile in arsenale, la necessità di avere un permesso per conservare l’arma dopo gli obblighi militari e le misure prese per individuare il più presto possibile i soldati pericolosi. Secondo lui in questo modo si è giunti ad un “buon compromesso” che ha permesso di colmare lacune nel campo della sicurezza. «Spingersi oltre significherebbe disarmare i cittadini e deresponsabilizzare i soldati», ha commentato.