Tempi di caccia al museo delle armi di Gardone

È stata inaugurata una nuova esposizione al Museo delle Armi e della Tradizione armiera di Gardone Val Trompia (Bs), dall’evocativo titolo “Percorsi della memoria. Tempi di caccia”. La mostra è nata dalla collaborazione tra Officina culturale triumplina e la Città di Gardone Val Trompia, grazie anche ai contributi di Fondo Genesi per la Valle Trompia e Valle Gobbia, Fondazione comunità bresciana, Fondazione Erminio Bonatti, Comunità montana di Valle Trompia, Bottega Incisioni di Cesare Giovanelli – Sezione Attività Culturali “Monica Giovanelli” e Consorzio armaioli italiani.

Nella splendida cornice di Villa Mutti Bernardelli, che oltre al Museo delle Armi (museodellearmi.net) ospita anche la biblioteca comunale e l’archivio storico della caccia, hanno trovato dimora temporanea lavori di artisti italiani che spaziano dalla fine del 1800 alla contemporaneità e che immortalano impressioni ed emozioni scaturite durante l’esercizio dell’attività venatoria.

Protagonista, quindi, è certamente la caccia, che divide però la scena anche con l’ambiente rurale e montano, tipico della provincia di Brescia. La scelta del Museo è ovviamente non casuale: le opere esposte si integrano alla perfezione con gli obiettivi del polo espositivo e sono affiancate e arricchite da oggetti storici di uso quotidiano nella vita contadina, gentilmente forniti dal Museo Etnografico del vicino comune di Lodrino (museoetnografico.it), che concorrono alla narrazione di quella cultura rurale e semplice che nelle Valli bresciane è sopravvissuta fino a pochi decenni fa e, in qualche caso, ancora sopravvive.

Sono 13 gli autori in mostra, per un totale di 24 opere: Paesaggio con cacciatori e cani di Giovanni Battista Ferrari; Paesaggio montano con posta di caccia di Cesare Monti; Argento, Cacciagione, Cacciatore che spara all’airone e Autoritratto in veste da cacciatore di Leonardo Dudreville; Il cacciatore di Vallio di Giuseppe Mozzoni; Roccolo, Trofei di caccia (lepre e uccelli), Lepre e Uccelli di Ottorino Garosio; L’armaiolo, Il bracconiere, Roccolo e Fagiani di Beppi Mino; Una lunga giornata di caccia di Massimo Zuppelli, Pointer e Fagiani di Vasco Revera; Cesene. Colpa della pastura di Eugenio Busi; Prime licenze di Giulio Tasca; Cinghiale di William Fantini; Capanno per uccelli da caccia di Matteo Volonterio; (Scena) Senza titolo e (Scena II) Senza titolo di Edoardo Manzoni.

Tra scene di caccia, nature morte, personaggi, mestieri e paesaggi che risulteranno familiari a qualunque seguace di Diana, la mostra resterà visitabile fino al prossimo 7 ottobre nei normali orari d’apertura del Museo delle Armi e della Tradizione Armiera (martedì e mercoledì dalle 14,30 alle 18,30, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14,30 alle 18,30, sabato dalle 9 alle 12) e l’ingresso è gratuito.

Per maggiori dettagli il personale del Museo è a disposizione anche al numero 030.57.82.392 o scrivendo a museo@comune.gardonevaltrompia.bs.it.