Un’azienda inglese propone la prima collezione di coltelli da cucina senza punta… per prevenirne l’uso criminale (e aggirare i nuovi limiti normativi)
Il quotidiano britannico Indipendent ha pubblicato una notizia relativa all’azienda Viners, storica produttrice di coltelli e utensili da cucina, che ha debuttato sul mercato con una gamma di coltelli denominata Assure knives. Non vi sarebbe nulla di strano in ciò, se non fosse che secondo l’Indipendent l’azienda avrebbe motivato la produzione di questa gamma in risposta “alle crescenti statistiche sui reati concernenti i coltelli e alla nuova legislazione governativa”.
Proprio nel 2019, infatti, il governo britannico ha promulgato L’Offensive weapons act che, emendando la normativa precedente, ha introdotto limitazioni alla vendita e al possesso di determinate tipologie di coltelli, anche da cucina. Il risultato è che molti venditori specializzati hanno tolto dalle loro vetrine, per esempio, l’esposizione di coltelli singoli dotati di punta (i set non sembrano essere affetti dalle medesime limitazioni).
L’azienda Viners può essere biasimata solo fino a un certo punto, in quanto alla fine cerca di fare il proprio mestiere, che è quello di produrre e, si spera, vendere coltelli, nonostante i contorsionismi giuridici del governo britannico. Ciò che non può passare sotto silenzio ed è molto meno meritevole di comprensione è, invece, la miopia e l’ipocrisia del governo che, così come fece Tony Blair con le armi da fuoco, anche nel caso dei coltelli insiste nel voler concentrare i propri sforzi sul mezzo, anziché sull’autore del reato e sul reato stesso.
È un fatto, purtroppo, che oltre ad aumentare esponenzialmente la casistica di persone ferite o uccise con strumenti da punta o da taglio nel Regno Unito, si stia allo stesso tempo progressivamente e drammaticamente riducendo l’età media degli autori di questi crimini, che non sono “ragazzate”, bensì sono tra i crimini più gravi che un essere umano possa commettere, cioè il tentato omicidio e l’omicidio. Ora, risulta abbastanza evidente che se un ragazzino di 13-14 anni considera del tutto normale non solo girare con il coltello in tasca, ma anche piantarlo nel costato di un coetaneo o di un adulto senza particolari scrupoli, forse il problema non è il coltello, bensì il ragazzino e il modello educativo e culturale nel quale il ragazzino in questione è cresciuto.
Pensando ai limiti e ai divieti da parte del governo sulla vendita e sul possesso di coltelli (anche da cucina!) appuntiti, è appena il caso di ricordare che anche un coltello semplicemente affilato, ma non appuntito, è in grado di praticare ferite mortali (pensiamo per esempio alle vene e alle arterie della gola…). Perché sarebbe, come dire, un po’ il suo compito, quello di tagliare. Il problema, tuttavia, non è questo e forse per cercare di capire la prospettiva occorrerebbe conoscere un po’ la storia. Magari quella di Luigi Lucheni, l’anarchico che assassinò l’imperatrice Sissi dell’Impero austroungarico nel 1898: il quale per perpetrare il proprio crimine, essendo (secondo quanto raccontano le cronache dell’epoca) troppo povero per permettersi un coltello, modificò e affilò una semplice lima da carpentiere (foto sotto). E un solo colpo fu sufficiente per porre fine alla vita dell’imperatrice.
Avete tolto le pistole (legali), e gli inglesi continuano a uccidersi con i coltelli (ma anche, e tanto, con le pistole… illegali). Toglierete i coltelli, e i teppisti si ammazzeranno con i cacciavite, i punteruoli da calzolaio, cocci di bottiglia, pietre affilate. Continuate pure a fare leggi idiote sugli strumenti, senza intervenire sulle persone, e non cambierete niente. Le strade continueranno a bagnarsi di sangue e la vostra coscienza continuerà a essere sporca. Perché questo non è pensare alla sicurezza dei cittadini, questo è cercare scorciatoie a poco prezzo.