In una carabina tattica, la calciatura è importante sia dal punto di vista ergonomico sia delle funzionalità. Per questi motivi esistono almeno due varianti: calcio fisso e calcio regolabile, quest’ultimo poi…o collassabile o ribaltabile. Negli ultimi tempi e per ovvie ragioni di standardizzazione ed economia, le soluzioni si sono spesso ridotte a una sola variante generalmente, collassabile, per le piattaforme Ar 15 ma non solo.
Fautrice della personalizzazione a oltranza, della funzionalità senza compromessi e della massima ibertà di scelta delle proprie calciature è senza ombra di dubbio la Sig Sauer. Lo ha dimostrato nel recente passato offrendo svariate tipologie di calciatura, per esempio nelle serie Sig M400 e Sig 516 vi sono almeno cinque differenti opzioni, perlopiù “collassabili”: originali o di altre aziende specializzate.
L’apoteosi però, giunge con la serie Mpx-Mcx, rispettivamente calibro 9×19 (e .40 S&W, .357 Sig) e .223 Remington: le calciature sono teoricamente “solo” cinque ma coprono uno spettro decisamente più ampio di applicazioni e opportunità. Si parte dalla calciatura fissa Lcs in fibra di carbonio e polimeri della Lancer (al centro nella foto), al costo di 85 dollari; collassabile metallica a stampella (originale) con due aste metalliche di guida e tre regolazioni di estensione (in alto a sinistra) a 238 dollari; collassabile polimerica e ribaltabile “M4 Style stock”, si tratta della calciatura Ts-2 della Imi Defense israeliana realizzata in esclusiva e marcata Sig Sauer, dotata di porta caricatore di emergenza amovibile ma solo in .223 Remington; avendo buffer tube stile Ar 15, è possibile montare qualsiasi altra calciatura in commercio, costo 190 dollari (in alto a destra); calciatura metallica scheletrata e ribaltabile, originale e del costo di 299 dollari; infine l’ultima arrivata e di design Sig Sauer: collassabile, regolabile e ribaltabile in polimeri che costa 238 dollari (in basso a destra).
Un tale “assortimento”di calciature in una singola serie, è un caso più unico che raro ma evidenzia come l’azienda, grazie a collaborazioni esterne e progettazioni interne, persegua da tempo una precisa filosofia aziendale di cura “maniacale” per l’accessoristica.