Con un emendamento al decreto PA2, approvato dal Parlamento nelle Commissioni affari costituzionali e lavoro della Camera e poi ieri dal plenum dell’aula, è stato dato il via libera all’abolizione del tetto dei tre mandati per i presidenti delle federazioni sportive. Dal quarto mandato in avanti sarà, tuttavia, necessario avere una maggioranza dei due terzi dei voti validamente espressi. Manca ancora, ovviamente, l’approvazione da parte del Senato, ma a quanto pare il testo arriverà “blindato” con la questione di fiducia, quindi a meno di improbabili capriole politiche dell’ultimo istante, il provvedimento può considerarsi certo.
Questo provvedimento consentirà a numerosi presidenti di federazioni, che erano già al terzo mandato (da quando esiste il limite legale) di ricandidarsi e, se rieletti, di restare alla guida dei rispettivi sodalizi, come Luciano Rossi, presidente Fitav, ma anche Franco Chimenti (Golf), Sabatino Aracu (sport rotellistici), Angelo Binaghi (tennis e Padel) e così via.
Anche per quanto riguarda la presidenza del Coni (Giovanni Malagò è anch’egli al terzo mandato) si va verso l’eliminazione del limite al numero dei mandati, in questo caso tramite un nuovo statuto (approvato all’unanimità la scorsa settimana) che, nel riattribuire compiti e funzioni dell’ente, ha anche previsto la modifica dell’articolo sui mandati passando da una indicazione specifica sul massimo numero a una generica indicazione “più mandati”.