Con la legge di bilancio in discussione in questi giorni, si profila un cambio di scenario (specialmente economico) per il Coni. Quale?
Con la legge di bilancio in discussione in questi giorni, si profila un cambio di scenario (specialmente economico) per il Coni, che potrebbe avere riflessi sulla gestione dello sport italiano in generale. Il governo ha, infatti, proposto una riforma che preveda la sostituzione di Coni servizi, l’attuale braccio operativo del Comitato olimpico nazionale italiano, con un nuovo ente che si dovrebbe chiamare Sport e salute, i cui vertici non saranno designati dal Coni stesso, bensì dal ministero dell’Economia e finanze su indicazione dell’autorità di governo competente in materia di sport, sentito il Coni. Il finanziamento, sia del Coni sia di Sport e salute, secondo la bozza della legge di bilancio sarà parametrato alle entrate effettivamente incassate dal bilancio dello Stato con le imposte pagate dal settore (in misura non inferiore, comunque, ai 410 milioni di euro). Di questi soldi, 40 milioni di euro andranno al Coni, 370 alla Sport e salute Spa, alla quale spetterà il finanziamento delle federazioni sportive nazionali per un importo non inferiore ai 260 milioni di euro.
I sottosegretari alla presidenza del consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti e Simone Valente, hanno dichiarato che l’autonomia dello sport non è in discussione: “stiamo seguendo un modello d’eccellenza già in vigore in molti Paesi d’Europa e del mondo. Stiamo prevedendo il coinvolgimento del Coni in quello che è il suo compito, cioè la preparazione olimpica di alto livello”.
Non la pensa evidentemente allo stesso modo il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che non ha usato mezzi termini: “lo stesso fascismo, pur non essendo estremamente elastico nell’acconsentire a tutti di esprimere le proprie opinioni, aveva rispettato quella che era stata la storia del Coni dall’epoca della sua fondazione”. Il presidente ha anche parlato di “elegante occupazione del Comitato olimpico nazionale italiano”. Il consiglio nazionale del Coni, nel conferire mandato al presidente Malagò per una trattativa con il governo sulla riforma, ha chiesto di preservare l’autonomia dello sport italiano domandando “di valutare nuovamente il testo della norma e, in caso, di differirne l’adozione”.