I deputati di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta ed Emanuele Prisco hanno presentato un'interrogazione al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per conoscere le condizioni che impediscono il rilascio del porto d'armi ai cittadini che abbiano conseguito la riabilitazione
I deputati di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta ed Emanuele Prisco hanno presentato un'interrogazione al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per conoscere le condizioni che impediscono il rilascio del porto d'armi ai cittadini che abbiano ricevuto condanne ma abbiano anche conseguito la riabilitazione.
L'interrogazione, a risposta scritta, è stata depositata dai deputati di FdI affinché “venga chiarita l'applicazione dell'articolo 43 del Testo unico della legge di pubblica sicurezza. Nel caso di riabilitazione penale dell'interessato, viene meno l'ostatività automatica al rilascio della licenza del porto d'armi e sia consentito ai riabilitati di poter mantenere oppure ottenere la licenza. Se un giudice decide che il cittadino è in pari con la giustizia, non si capisce perché non debba godere della pienezza dei diritti garantiti a tutti i cittadini avendo azzerato i propri conti con la giustizia”. I parlamentari osservano inoltre che “in base alla normativa vigente il rilascio della licenza di porto di fucile ad uso caccia e sportivo può essere negata sia per la sussistenza delle “condizioni ostative” al rilascio della licenza in base ad un giudizio vincolato, in caso di mancanza della “buona condotta” o in caso di “inaffidabilità nell’uso delle armi” del richiedente secondo un giudizio di natura discrezionale e non vincolante. La questione degli effetti della riabilitazione in ordine alle sentenze di condanna che prevedono “condizioni ostative è stata chiarita da una giurisprudenza recente secondo la quale, in caso di “riabilitazione”, le condanne per reati ostativi possono comunque essere valutate in modo discrezionale e non vincolante”.