Un consigliere regionale del Veneto si scaglia contro la decisione di un istituto alberghiero di inserire il Tiro a segno tra le attività extracurriculari. Affermazioni di particolare gravità…
Ha destato eco a livello nazionale la polemica montata sulla decisione di un istituto alberghiero-commerciale di Vicenza di inserire tra le attività extracurriculari per gli studenti anche il Tiro a segno, effettuato (ovviamente…) al Tiro a segno con armi ad aria compressa sotto la supervisione di un istruttore di tiro. La notizia infatti è giunta all’orecchio del consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni (già noto per le sue posizioni anti-armi “senza se, senza ma” e senza, a quanto pare, minimamente sapere di cosa si parla), il quale sul suo profilo Facebook ha così commentato: “L’utilizzo di pistole e armi, seppur a uso sportivo, non deve essere promosso in alcun modo dalla scuola pubblica. Non è accettabile che la scuola diventi luogo nel quale facilitare l’avvicinamento e la pratica di strumenti che, al netto del risvolto sportivo, restano drammaticamente e in via prioritaria strumenti di offesa e morte. Tanto più alla luce dei recenti fatti di sangue che hanno trasformato le scuole negli Stati Uniti in tragici luoghi di mattanza: non c’è davvero bisogno di inseguire, neppure alla lontana, questo modello totalmente negativo”.
Si tratta, a nostro avviso, di affermazioni di particolare gravità, specialmente perché pronunciate da un politico appartenente a un partito che si autodefinisce “democratico”: non sarebbe necessario, infatti, ricordare che il Tiro a segno non solo è attività olimpica e disciplina del Coni, ma anche che come tutte le altre discipline sportive prevede l’attività giovanile (Juniores). Non si capisce, quindi, obiettivamente come si possa chiedere che una istituzione pubblica (quindi, in quanto pubblica, necessariamente obbligata a concetti di imparzialità e legalità) di discriminare una attività sportiva rispetto a un’altra, violando in tal modo principi di rango costituzionale. L’assimiliazione dell’attività sportiva con armi ad aria compressa ai “recenti fatti di sangue” degli Stati Uniti è tanto più becera e vergognosa se si considera, tra l’altro, che gli sport del tiro sono sport individuali che insegnano l’autodisciplina e l’autocontrollo, sono sport nei quali il fenomeno del doping (tanto per fare un esempio) è praticamente assente, nei quali non esiste il fenomeno degli ultras, sono sport nei quali la differenza di genere è minimizzata rispetto alla maggior parte degli altri sport ed è anche possibile un confronto sportivo tra padri e figli su un piano di parità e di competitività.