Si è svolta la conferenza stampa di presentazione del nuovo anno scolastico del Corso Tima (Tecnico dell’industria meccanica armiera), che coincide anche con il rinnovo dell’accordo che lega l’Istituto Carlo Beretta di Gardone Val Trompia agli enti pubblici e privati che concorrono alla buona riuscita di questo importante progetto educativo
Si è svolta la conferenza stampa di presentazione del nuovo anno scolastico del Corso Tima (Tecnico dell’industria meccanica armiera), anno scolastico che coincide anche con il rinnovo dell’accordo che lega l’Istituto d’istruzione superiore Carlo Beretta di Gardone Val Trompia agli enti pubblici e privati, che concorrono alla buona riuscita di questo importante progetto educativo.
Primo a prendere la parola è stato il dirigente scolastico, Stefano Retali, che ha ringraziato la Provincia di Brescia, i comuni di Gardone Val Trompia e Marcheno, rappresentati rispettivamente dal sindaco Pierangelo Lancelotti e dall’assessore Raffaella Contessa, la Comunità Montana di Valle Trompia, con il suo presidente Massimo Ottelli, Confartigianato, Anpam, Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, Gaburri Associati e il soggetto propulsore, il Consorzio armaioli italiani, rappresentato dal presidente Pierangelo Pedersoli.
Presente alla conferenza stampa anche la referente del Corso Tima, Stefania Pasolini. Retali ha ricordato gli esordi della riattivazione del corso dedicato alla figura del tecnico armiero, con meno di una cinquantina di studenti e lo scetticismo di tanti, per poi fornire una serie di numeri che invece fanno ben sperare per il futuro dell’offerta formativa dedicata al settore armi sportive. “Siamo arrivati a un totale di 155 studenti di cui 12 esterni all’istituto professionale “Zanardelli” e circa 70 studenti solo per il primo anno: le adesioni sono più che triplicate, tanto che non riusciamo a soddisfare tutte le richieste di iscrizione e l’insegnamento arriva, con l’inserimento del quinto anno, a ben 504 ore”.
Sembra, quindi, che Gardone sia in controtendenza rispetto al panorama del resto del Paese, dove gli istituti professionali registrano, invece, cali anche drastici di iscrizioni. Questo, probabilmente, anche grazie al corpo docenti, formato esclusivamente da esperti del settore, armaioli e progettisti. Il ringraziamento del dirigente scolastico è andato quindi a Bruno Barucco, Antonio Poli, Amedeo Palini, Roberto Mostura, Piero Torosani, Giorgio Corini e, al suo esordio con i ragazzi del corso sulle calciature, Ferdinando Belleri.
A prendere la parola è stato poi il presidente della Comunità Montana di Valle Trompia, Massimo Ottelli, che ha ricordato come il comparto armiero sia un fiore all’occhiello, un’eccellenza italiana e ha dichiarato che “Le istituzioni ci saranno sempre, a sostegno di questo progetto, perché la collaborazione tra il pubblico e il privato è l’unica soluzione percorribile”. Il sindaco della città di Gardone, Pierangelo Lancelotti, ha osservato come lo sviluppo del Corso Tima non si sia tradotto in una “campagna acquisti” solo in termini di nuovi iscritti e nuove leve per il settore, ma anche di nuovi docenti, e ha dato il benvenuto a Ferdinando Belleri, consulente della Fabbrica d’armi Pietro Beretta ed esperto calcista. L’assessore Raffaella Contessa ha rimarcato invece come, parlando con gli studenti, sia emerso un importantissimo dato: l’ottimismo dei ragazzi verso il futuro inserimento nel mondo del lavoro, fondamentale, insieme alla professionalità specifica che questo corso permette di acquisire. È intervenuta poi Erika Belleri, delle Risorse Umane di Beretta, ribadendo che l’azienda crede da anni in questo progetto e continua a crederci. A concludere è stato Pierangelo Pedersoli, presidente del Conarmi, che ha parlato di un sogno, quello della formazione del maestro armaiolo, che si concretizza sempre più, rendendo il Tima simile ad altre realtà a livello europeo, con la differenza che, nel caso del Tima, sono le aziende stesse a essere coinvolte. “Il Conarmi”, ha chiosato, “è sempre stato in prima fila per la riapertura della scuola armaioli e siamo felici ed orgogliosi di aver tanto insistito”. Prima dei saluti finali, il dirigente scolastico ha infine ribadito la gratitudine a chi, anche quando infuriavano le polemiche sull’insegnare ai giovani a lavorare sulle armi o parti d’arma, ha creduto nel progetto. “Qui si insegna un lavoro – chiude- e invito i ragazzi a spremere quanto più possibile i loro insegnanti, a cogliere da loro tutto ciò che possono. Siate disponibili a imparare, sempre”.