L'istituto di ricerca Rand Europe e l'università di Manchester hanno presentato un interessante studio sul traffico di armi sul dark web. Ecco i risultati
L’istituto di ricerca Rand Europe, in collaborazione con l’Università di Manchester, ha pubblicato una indagine sul dark web e in particolare sulla possibilità di reperire armi illegali. I risultati sono piuttosto interessanti: gli Stati Uniti sono la fonte principale di approvvigionamento delle armi illegali, pari al 60 per cento del totale, mentre l’Europa conta solo per il 25 per cento circa. Per contro, l’Europa rappresenta la principale piazza di acquisto, con volumi cinque volte più elevati rispetto agli Stati Uniti. Le armi più frequentemente poste in vendita sono le pistole (84 per cento), seguite dalle carabine (10 per cento) e dalle armi automatiche (6 per cento).
A preoccupare è anche la disponibilità sul dark web di veri e propri “tutorial del crimine” collegati alle armi: dalla conversione di scacciacani in armi funzionanti alla produzione vera e propria di armi casalinghe ed esplosivi. Il valore complessivo del fatturato del traffico d’armi sul dark web, in base ai 12 criptomercati analizzati è risultato pari a 80 mila dollari al mese. Secondo lo studio si stima che ogni mese, grazie al dark web, almeno 136 armi o prodotti correlati finiscano “nel mondo reale”, cioè nelle mani degli acquirenti (cioè in mani nelle quali non dovrebbero finire). La conclusione dello studio è ancora più inquietante: le armi presenti sul dark web, infatti, secondo i ricercatori non sono destinate ad accendere conflitti convenzionali, in quanto le quantità sono troppo limitate. Per contro, si suggerisce che il dark web sia la fonte di approvvigionamento preferenziale per i “lupi solitari” o per piccoli gruppi terroristici o criminali o, ancora, per soggetti con instabilità mentale.
Un altro aspetto importante delle conclusioni dello studio è che il dark web consente di avere una piattaforma di traffico illegale su scala globale, che nonostante il limitato volume d’affari e di quantitativi di merce venduta pone un impatto potenziale sulla sicurezza molto significativo.