Il quarto mandato è vietato dallo statuto del 2011 che però gliene “abbuona” due. Il ministero della Difesa starebbe ancora verificando la legittimità dell'elezione.
Il “problema” si manifesta ora, con maggiore evidenza, perché l'11 maggio prossimo si terrà il congresso che eleggerà il nuovo governo dello sport. Ernfried Obrist, presidente dell’Uits, potrebbe non essere ammesso a votare. "C'è un corto circuito fra le istituzioni", ha spiegato il presidente del Coni, Giovanni Malagò: manca il via libera degli organi competenti alla rielezione ed è assai improbabile, se non impossibile, che per l’11 Obrist potrà votare.
Secondo il comma 1 dell’articolo 39 dello statuto dell’Unione italiana Tiro a segno “i componenti degli organi Uits restano in carica per un quadriennio olimpico e possono essere confermati nella medesima carica una sola volta per un solo ulteriore mandato”. Presidente dal 2004, Ernfried Obrist a ottobre è stato rieletto con l’85% dei voti per un quarto mandato che la carta federale non prevedrebbe. Tale statuto è stato approvato dal ministero della Difesa lo scorso 15 novembre 2011 e, tuttavia, nell’ultimo articolo prevede anche che “il limite alla rieleggibilità dei componenti degli organi dell’Uits di cui all’articolo 39 entra in vigore dal primo rinnovo degli organi dell’Uits successivo all’approvazione del presente statuto”.
Come è noto ai lettori, l’Uits è una federazione un po’ particolare: per la parte sportiva ricade nell’alveo del Comitato olimpico nazionale, ma per l’attività istituzionale è ente pubblico sottoposto alla vigilanza della Difesa: tocca al ministero proporre la nomina del presidente sulla base dei risultati delle urne. Fino a ora, però, sembra non l’abbia fatto, ma ha fatto sapere che “la questione è nota ed è all’esame per la verifica degli estremi di legittimità”. Gli uffici legislativi di via XX settembre sarebbero orientati a dare il via libera, dal momento che la revisione dello statuto del 2011 (in cui fu inserito il limite) azzererebbe il conto di due mandati: Obrist sarebbe solo al secondo, quello della riconferma come prescrive lo statuto del 2011. Il presidente, da noi intervistato recentemente, conferma e ostenta serenità.