Dopo il tragico attentato terroristico di Berlino, compiuto ancora una volta (come a Nizza la scorsa estate) con l’uso di un veicolo, al Viminale è stata convocata una riunione d’urgenza, alla presenza del ministro Marco Minniti e del capo della polizia Franco Gabrielli, nella quale si è disposto che i prefetti potranno vietare concerti, mercatini e manifestazioni nel caso in cui non si verifichino le massime disposizioni di sicurezza, rappresentate dalla possibilità di chiudere strade e accessi e controllare gli ingressi. La notizia è stata pubblicata sull’edizione on-line del Corriere della sera e, per quanto ci riguarda in quanto stampa specializzata del settore armiero, non possiamo fare a meno di osservare come, ancora una volta, si cerchi (vanamente) di andare a intervenire sugli effetti anziché sulle cause del pericolo terroristico, intervenendo sempre tardivamente (e, forse, anche piuttosto ottusamente) sulla base delle modalità dell’ultimo attentato. Ancora una volta, di certo c’è che a pagare il prezzo di mancanze e inadeguatezze sono in ultima analisi i cittadini, che continuano a veder erose le loro libertà in cambio di… che cosa?
Usano i Kalashnikov, e si cerca di vietare le armi legali; usano il camion, e si dà disposizione ai prefetti di vietare i mercatini! La risposta delle istituzioni italiane alla minaccia terroristica dopo Berlino è a dir poco farsesca