Oltre duecento tra professionisti e appassionati, provenienti da tutta l'Europa, hanno risposto all'invito di Firearms united e sono arrivati alla sede del Parlamento europeo di Bruxelles, per supportare la lotta contro le conseguenze più nefaste del progetto di direttiva "disarmista". A fronteggiare questa platea, un nutrito numero di invitati d'eccezione: parlamentari europei, esperti e, naturalmente, rappresentanti di Firearms united. La posizione più criticata (prevedibilmente…) è stata quella del membro della commissione europea Alain Alexis, che in pratica non ha fatto altro che ripetere, come un disco rotto, le esigenze di controllo sulle armi che hanno determinato la necessità di modificare la direttiva europea: incalzato dalle domande della platea, si è annodato in una serie di contraddizioni che non hanno fatto altro che rafforzare, qualora ce ne fosse bisogno, la certezza (più che la sensazione) che quella della commissione europea sia una posizione di tipo politico-ideologico e non supportata in alcun modo dai fatti. Fatti e numeri che, invece, i delegati di Firearms united hanno snocciolato a piene mani: a partire dalla famosa analisi sull'impatto economico che da parte delle istituzioni europee ancora si attende, ma che è stata, invece, realizzata (in modo mirabile) da Katja Triebel, responsabile ricerca e pubbliche relazioni del movimento. Di straordinario interesse anche il lavoro condotto dal ricercatore della scuola svedese di economia, Eric Lakomaa, il quale ha dimostrato che l'impatto delle armi legittime rubate ai proprietari nel quadro dell'uso criminale è molto basso e che l'impatto delle armi semiautomatiche ad alta capacità è, invece… inesistente. Attesissimo anche l'aggiornamento da parte di Vicky Ford, presidente del comitato parlamentare Imco (mercato interno e protezione dei consumatori), la quale ha aggiornato sullo stato della discussione della bozza di direttiva dopo il terzo incontro di "trilogo" (dialogo trilaterale tra parlamento, commissione e consiglio europeo): la possibilità di veder inserire le armi "somiglianti alle automatiche" nella categoria A sembra definitivamente tramontata, ma ancora si sta discutendo sulla questione delle armi "ad alta capacità di fuoco", che la commissione vorrebbe comunque in categoria A (ma con deroghe per gli sportivi) e sulla questione delle demilitarizzate (che il commissario europeo ha ribadito di voler a tutti i costi vietare).
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