Le organizzazioni sindacali di polizia hanno emanato un comunicato congiunto, nel quale danno conto dei risultati dell'incontro con la direzione centrale per gli affari generali, svoltosi il 21 settembre in particolare per risolvere la questione della distribuzione del secondo caricatore agli operatori (come è noto, al momento solo alcuni agenti hanno il doppio caricatore, non tutti). Dopo che i sindacati hanno sottolineato unanimemente il rischio che, nell'attuale situazione di allerta nel Paese, i poliziotti possano essere considerati possibili obiettivi di attacchi, chiedendo quindi che la dotazione del secondo caricatore sia effettuata su base individuale, è stata finalmente disposta la distribuzione immediata di quelli disponibili, "partendo dagli uffici operativi, quelli che effettuano il controllo del territorio, specialità comprese, scorta e tutele per poi arrivare alla completa distribuzione". Il problema emerso è, però, che i caricatori di scorta nelle disponibilità della polizia sarebbero attualmente 10 mila, quindi non sufficienti per tutti gli operatori indistintamente. Di conseguenza, per la completa distribuzione a tutti occorrerà che la Direzione centrale del servizio tecnico logistico provveda all'acquisto. La distribuzione completa richiederà, quindi, ancora circa 6 mesi prima di essere effettuata.
Un altro aspetto interessante inerente le armi emerso dall'incontro è costituito dalla difficoltà per il personale femminile della polizia a gestire la Beretta 92 Fs d'ordinanza, a causa delle dimensioni dell'impugnatura. I sindacati hanno correttamente segnalato che il problema si manifesta da quando al personale femminile è stata distribuita la 92 bifilare, ritirando la 92 Sb-M (monofilare) che era precedentemente di dotazione standard alle donne. Per questo motivo, si è sottolineata l'esigenza di dotare le colleghe di un'arma più maneggevole. Speriamo che le Sb-M non le abbiano già rottamate! E occorrerà anche tenere conto che per tali armi, la dotazione di caricatori di scorta dovrebbe essere pari a tre, per garantire la medesima efficacia operativa dei colleghi maschi.
Positivi sviluppi anche per la distribuzione degli strumenti di autodifesa non letali: come è noto la polizia ha avviato una distribuzione a scopo sperimentale degli spray al capsicum e in occasione dell'incontro l'amministrazione ha dichiarato che la bomboletta spray sarà distribuita agli agenti "tempestivamente", in quanto il modello di bomboletta (a getto balistico) sarebbe ancora oggetto di analisi "quasi ultimate" per la verifica dell'assenza di rischi per la salute legati al principio attivo, sia per gli operatori, sia per i cittadini. Resta il fatto, aggiungiamo noi, che il periodo previsto di sperimentazione si è concluso ormai da oltre 2 anni (agosto 2014) e che è abbastanza ridicolo che l'amministrazione ancora non abbia preso una decisione in merito, considerando che si tratta di uno strumento che ormai da anni è acquistato e distribuito da molte polizie locali.
Sempre in tema di strumenti non letali, l'amministrazione ha dato conto dell'avvio di una sperimentazione di quattro modelli di Taser. I sindacati hanno espresso soddisfazione per l'esito dell'incontro, sia per la decisione sul secondo caricatore, sia per le ulteriori innovazioni, che si auspica siano introdotte in tempi rapidi.
Per parte nostra, valutiamo in modo senz'altro positivo le decisioni prese, anche se non possiamo fare a meno di sottolineare come i tempi di attuazione delle decisioni appaiano poco compatibili con l'attuale situazione di allerta terrorismo. Specialmente per quanto riguarda gli strumenti non letali, i ritardi che l'amministrazione ha ormai accumulato sono semplicemente ingiustificabili e inaccettabili, considerando che molte delle situazioni di uso dell'arma individuale da parte degli operatori potrebbero essere evitate proprio disponendo di strumenti alternativi non letali, con beneficio sia dei cittadini, sia anche degli operatori medesimi.