Secondo la polizia locale, il sospetto coinvolto nella sparatoria di Dallas che ha visto l’assassinio mirato di “poliziotti bianchi” (5 uccisi e 7 feriti ), è stato eliminato con l’ausilio di un robot da artificiere… Si tratterebbe di una normale versione impiegata dagli artificieri di Dallas, modificato al momento per trasportare una carica esplosiva. Durante una conferenza stampa, il capo della polizia di Dallas, David Brown, ha spiegato: “Il sospetto, accerchiato dalle nostre forze in un parcheggio … dopo alcune ore di colloqui con un “negoziatore”, ha improvvisamente aperto il fuoco. A questo punto abbiamo deciso di intervenire per impedire che altri agenti potessero venire uccisi: una carica esplosiva che era stata installata sul robot Eod del nostro dipartimento, è stata fatta detonare a distanza in prossimità dello sparatore”.
È interessante notare che, lo scorso anno, il Nord Dakota è diventato il primo stato americano a legalizzare l’impiego di “droni” di polizia, ma dotati soltanto di armi non letali come Taser e Pepper spray. In effetti, potrebbe trattarsi del primo caso in cui viene impiegata una forza “letale” tramite un robot terrestre telecomandato in uno scenario civile. Viceversa e come sappiamo, i droni “aerei” utilizzano ampiamente e da tempo, risorse letali in ambito militare.
La notizia ha già fatto scalpore e si aspettano a breve negli Stati Uniti reazioni negative, accesi dibattiti in merito alla eticità dell’impiego di droni terrestri armati, in ambito “civile”. Si riaccenderà anche, la nota polemica sulla “militarizzazione” delle forze di polizia americane. Di certo non sarà l’ultimo caso di impiego e, nonostante l’insorgere di polemiche, molto probabilmente assisteremo alla nascita di nuovi “guardiani telecomandati”: che non sarebbero poi così inutili o barbari, se “sguinzagliati” dalle Swat durante una presa di ostaggi… (Claudio Bigatti)